PESCARA – La dura legge del gol. L’ha provata sulla sua pelle il Pescara. Ieri sera di scena al Barbera di Palermo, i biancazzurri hanno dominato la partita senza riuscire a portare a casa neppure un punto. Si, perché a decidere il match è stata un’incornata di Munoz da calcio d’angolo dopo appena trentasette secondi di gioco. Marino ha cambiato un po’ le carte, variando il modulo e presentando un 3-4-3. Una scelta che ha prodotto risultati in termini di gioco, ma alla fine il risultato è quello che conta. Il Pescara torna a cara carico di rimpianti, ma consapevole che questo ennesimo risultato deludente può forse essere l’ultimo da qui a qualche tempo, a patto di giocare con questa intensità. Non succede frequentemente che una squadra segni al primo minuto, poi subisca per l’intera gara e riesca a tenere il vantaggio: servono la complicità dell’errore arbitrale, l’aiuto del palo, la serata di grazia del portiere e la scarsa vena degli attaccanti avversari.
Dicevamo, Munoz, dopo trentasette secondi, è imperioso nell’elevazione e con un forte colpo di testa batte Belardi sullo spiovente proveniente da calcio d’angolo. Subito si pensa al peggio, temendo di passare una serataccia e magari di subire una goleada. Il Pescara non si riorganizza all’istante e per almeno un quarto d’ora subisce un po’ il gioco avversario, tutt’altro che irresistibile.
La scossa la dà Rizzo, il cui violento destro da fuori area centra in pieno il palo e torna in gioco (’23). I biancazzurri guadagnano campo e iniziano a fare la partita, non smetteranno più. Cutolo al 28’ conclude alto e al 35’ Mascara arriva appena in ritardo su un cross di un ispirato Brugman. Subito dopo è il turno di Schiavi, che inzucca su calcio d’angolo, ma diversamente da Munoz non trova la porta. La supremazia territoriale è incessante e al riposo si ha la sensazione che, continuando così, il Palermo, passivo e piuttosto disattento, non resisterà ancora a lungo. Marino sembra aver colto nel segno: rinunciando dall’inizio a Maniero a favore di un tridente inusitato formato da Politano, Mascara e Cutolo, la manovra offensiva si è dimostrata più rapida e penetrante, grazie alla qualità dei tre interpreti.
Già al 4’ della ripresa Politano, sempre pericoloso, ha una buona chance ma conclude sull’esterno della rete. Il tema tattico della gara non è mutato: il Pescara attacca, il Palermo si difende. Al 10’ è giallo: Schiavi eguaglia sì Munoz e pareggia di testa su calcio d’angolo, ma il direttore di gara annulla avendo ravvisato una spinta dello stopper biancazzurro, che resta quantomeno dubbia. Insistono i biancazzurri, sono gagliardi, finalmente il sacro furore agonistico li pervade, il Palermo sembra alle corde. All’11 Cutolo sfiora la rete con un tiro violento, prima della bella parata di Sorrentino sulla conclusione di Rizzo (16’).
Marino inserisce prima Maniero in luogo di Cutolo, poi Padovan per Mascara. Proprio l’attaccante napoletano si conquista una buona occasione grazie alla sua possanza ed impegna Sorrentino alla parata a terra (29’). Altre occasioni non ce ne saranno, ma il possesso palla e i tentativi di verticalizzazione saranno incessanti, nonostante la stanchezza offuschi un po’ il gioco biancazzurro e favorisca i siciliani nel più semplice compito di allontanare il pallone dalla propria area. Al 41’ Marino inserisce anche Vukusic, figura sempre più grottesca, prima del tentativo di Bolzoni che impegna Belardi durante il primo minuto di recupero. La gara finisce qua. Tre punto al Parlermo, zero ai biancazzurri.
Il tabellino:
Palermo: Sorrentino, Milanovic, Morganella, Terzi, Munoz, Daprelà, Bolzoni, Barreto, Stevanovic( 13’st Ngoyi), Lafferty (18’st Malele), Dybala (41′st Troianiello). All.: Iachini. A disp.: Fulignati, Struna, Pisano, Sanseverino, Troianiello, Lores, Bacinovic.
Pescara: Belardi, Zauri, Schiavi, Capuano, Rossi, Balzano, Brugman, Rizzo, Cutolo (23’st Maniero), Mascara (30’st Padovan), Politano (41′st Vukusic). All.: Marino. A disp.: Pigliacelli, Frascatore, Vukusic, Bocchetti, Fornito, Kabashi, Selasi.
Marcatori: 1’ Munoz
Ammoniti: Malele (P)