PESCARA – Bastonata dall'inizio alla fine. Non c'è niente da salvare in questo Pescara. Niente di niente. Se contro Inter e Torino la squadra era stata inguardabile, stavolta era meglio proprio non assistere alla partita. Seppellita di gol da una pari grado, da una diretta concorrente per la salvezza. Almeno alla Juventus (6-1 alla fine) un gol erano anche riusciti a farlo. Contro la Samp, invece, il conto è presto fatto: zero tiri nello specchio, zero tiri fuori, zero azioni da gol, zero calci d'angolo. Meglio non dire quanti ne hanno collezionati invece i blucerchiati perché sarebbe inutile.
Ci sono state due partite a Marassi e in nessuna delle due il Pescara è entrato mai. Era giusto assistere spettatori al ricordo di Riccardo Garrone, non altrettanto, il tecnico Bergodi la pensa sicuramente così, allo show messo in scena dalla formazione di Delio Rossi. La Sampdoria è stata padrona del campo dall’inizio alla fine, ha sistemato la propria differenza reti, ha fatto gioire per sei volte la propria gente, e avrebbe potuto rimpinguare ancor più il proprio bottino. Raramente in serie A si è assistito ad un tale monologo, un avversario imbambolato e un altro che spuntava da tutte le parti.
Il vantaggio è arrivato su rigore al 31’ del primo tempo, netto fallo di Terlizzi si Gastadello e precisa trasformazione di Eder, ma già prima si era capito che per il Pescara sarebbe stato un pomeriggio da incubi, con Perin costretto a superarsi più volte. Il colpo di grazia all’equilibrio lo ha dato Icardi, quattro rete, in tutti i modi, di rapina, in velocità, di classe, un poker che permette al non ancora ventenne attaccante di portarsi a casa il pallone e di arrivare a quota sette nella classifica cannonieri. Prandelli lo vorrebbe in nazionale, peccato che per il momento lui privilegi l’Argentina. La ciliegina sulla torta blucerchiata è stata la rete di Obiang, uno dei pupilli del compianto presidente, ventenne al primo gol in serie A. Si è alzato la maglietta fino al collo, sotto aveva la scritta “grazie” per onorare la memoria di uno che considerava un secondo padre. Un gesto sobrio e sincero, non capito solo dall’arbitro Tommasi. Che ha preso in mano il regolamento e lo ha ammonito.
In poche righe la gara è già stata descritta. Sebastiani a fine gara era a dir poco furioso: “Chi non se la sente può anche andare via. Chiedo con onestà ai ragazzi di dircelo. Non è pensabile entrare in campo con questa leggerezza. Abbiamo preso gol che non si prendono nemmeno in terza categoria. Oggi la Samp sembrava il Real Madrid. Iannascoli ed io abbiamo deciso che la squadra vada in ritiro da domani”. E speriamo che almeno questo serva a dare una svegliata a tutto l'ambiente.
SAMPDORIA-PESCARA 6-0 (2-0)
SAMPDORIA (3-5-2): Romero s. v.; Gastaldello 6.5, Palombo 6.5, Costa 6.5; De Silvestri 7, Poli 7 (23' st Munari 6), Krsticic 6.5, Obiang 7.5, Estigarribia 6,5; Icardi 9 (28' st Maxi Lopez 6), Eder 7 (14' st Soriano 6,5) (1 Da Costa, 5 Renan, 7 Castellini, 8 Mustafi, 12 Tissoni, 15 Poulsen, 32 Berni, 35 Rossini, 93 Savic). All. Rossi 9
PESCARA (4-3-1-2): Perin 5; Bocchetti 4, Capuano 4, Terlizzi 4, Balzano 5; Blasi 4.5 (38' st Nielsen s. v.), D'Agostino 5, Cascione 5; Bjarnason 5; Caraglio 4,5 (18' st Rizzo 5), Celik 4.5 (8' st Vukusic 4,5). (32 Pellizzoli, 2 Zanon, 9 Abbruscato, 21 Togni, 23 Cosic, 28 Bianchi, 99 Caprari). All. Bergodi 4
ARBITRO: Tommasi di Bassano del Grappa
RETI: nel pt 31' Eder (rigore), 42' Icardi; nel st 5' Obiang, 11', 13' e 26' Icardi
ANGOLI: 8-0 per la Sampdoria
RECUPERO: 3' e 0'. Ammoniti: Capuano e Blasi per gioco scorretto, Obiang per comportamento antiregolamentare
SPETTATORI: circa 22mila.