PESCARA – Ancora una sconfitta, l’ennesima e il Delfino retrocede in serie C. Mancava solo la matematica, ma anche oggi i biancazzurri hanno subito un pesante passivo. Finisce 3-0 per i grigiorossi. A dire il vero il pareggio casalingo con l’Entella aveva spalancato le porte della C con una squadra svuotata e senza cattiveria non in grado di vincere contro una formazione già condannata.
A Cremona l’unico piccolo rimpianto è che il Pescara ci ha provato, ma è sempre andato a sbattere sul muro eretto dal portiere avversario. Carnesecchi sull’1-0 ha salvato due volte su Odgaard mentre Omeonga si è divorato il pari a porta vuota. Ma sono episodi insignificanti se rapportati ad una stagione fallimentare iniziata male senza la stretta di mano a Perugia con Sottil. Ora è serie C. Si dovrà riprogrammare e rinnovare tutto. E non sarà affatto facile.
Il mister si è addossato le colpe: “Resta una grande amarezza – ha detto Grassadonia – e siamo molto delusi. Oggi si chiude una pagina e resta una grande tristezza. Nella mia vita non sono mai scappato e mi sono sempre preso le responsabilità. Futuro? Non so, qualora ci fosse la volontà della società di proseguire il rapporto non avrei problemi ad accettare con l’obiettivo di riportare il Pescara dove merita. Penso che serva un repulisti importante. Finora non ho sentito i dirigenti, ma se dovessero chiamarmi esprimerei questi concetti. C’è bisogno di entusiasmo. I problemi principali? Ci sono giovani che hanno anteposto i problemi personali all’interesse del gruppo. Gli ‘anziani’, invece, avrebbero dovuto dare di più e ne sono consapevoli. In generale, c’è stato poco amor proprio. Poi abbiamo avuto tanti infortuni che hanno condizionato le nostre prestazioni”.