ROMA – C’è il via libera a larghissima maggioranza dell’Aula del Senato al Ddl su lavoro autonomo e lavoro agile. Il sì è arrivato con 158 voti, il no con 9 voti mentre gli astenuti sono stati 45. M5S, Lega e Misto-Si si sono pronunciati per l’astensione. Fi ha annunciato il proprio voto favorevole. Ala ha annunciato il voto contrario.
Il provvedimento collegato alla manovra costituisce, nella prima parte, una sorta di Jobs act per le partite Iva mentre la seconda parte è dedicata alla disciplina del cosiddetto smart working.
Il provvedimento costituisce, nella prima parte, lo “statuto” del lavoro autonomo, dettando norme sui rapporti di lavoro autonomo disciplinati dall’articolo 2222 del codice civile, senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente ed esclusi gli imprenditori.
Tra le novità vengono introdotte norme contro i ritardi nei pagamenti sia dei privati che della P.a.. Viene poi prevista la nullità delle clausole che prevedono la possibilità di modificare unilateralmente o recedere senza preavviso dal contratto da parte del committente e si prevede la tutela dall’abuso dello stato di dipendenza economica.
Sempre sul lavoro autonomo, sono state inserite alcune deleghe: per determinare gli atti pubblici che possono essere rimessi anche alle professioni organizzate in ordini o collegi; per definire la possibilità per le casse di previdenza privatizzate di attivare prestazioni sociali ad hoc in aggiunta a quelle previdenziali e socio-sanitarie; per riordinare le norme in materia di sicurezza e salute dei lavoratori.