ROMA – “Ok il Senato, adesso la Camera. Poi si inizia a lavorare sul serio. Domani scuole, lavoratori, imprenditori, sindaci a Treviso. #lavoltabuona”. Su Twitter, intorno alle 7 di mattino, il presidente del Consiglio Matteo Renzi archivia con un cinguettio i 169 “sì” di palazzo Madama. Sempre di buon’ora l’incontro con le due mogli dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, insieme al ministro degli Esteri, Federica Mogherini. Poi il nuovo dibattito sulla fiducia alla Camera dei deputati. Civati annuncia il sì ma avverte il segretario: «Stai sbagliando. La nostra generazione sta andando al governo con una manovra di palazzo che neanche Rumor avrebbe fatto». Sì anche da Fassina che avverte: «La mia non è una delega in bianco». Voti contrari da FI, Lega e M5S che lo definisce «venditore di pentole». Resta il nodo delle coperture per gli interventi annunciati da Renzi. Delrio assicura che le risorse ci sono, e aggiunge: «spiegherà tutto bene il professor Padoan». La replica del premier è attesa nel pomeriggio, intorno alle 16. Mentre l’esito finale del voto dovrebbe giungere attorno alle 20.
Scintille tra la presidente della Camera, Laura Boldrini, e il capogruppo di M5s, Fabio Sibilia, durante la discussione in Aula. «Lei parla di un fisco amico, un fisco diverso. Mi verrebbe da dire “come se fosse antani”», ha detto Sibilia citando una battuta del film “Amici miei”. E ancora «A Matte’ sveglia!!». La presidente ha reagito invitando Sibilia a tenere un atteggiamento consono all’Aula e a rivolgersi in modo rispettoso al premier, seduto ai banchi del governo: «Si esprima in modo adeguato», ha affermato Boldrini scatenando le proteste del gruppo. La richiesta non ha sortito effetti. «Tu, Matteo Renzi, e il ministro Padoan siete figli di troika», ha concluso Sibilia.
Mentre è in corso il dibattito alla Camera arriva anche la denuncia contro la presidente della Camera. Roberta Lombardi, la “battagliera” deputata M5S prima capogruppo dei grillini a Montecitorio, a quanto apprende l’Adnkronos, ha querelato la presidente della Camera, Laura Boldrini. A far scattare la denuncia la contestata partecipazione della terza carica dello Stato a «Che tempo che fa», la trasmissione di Fabio Fazio in cui Boldrini, dopo gli scontri in Aula seguiti all’applicazione della cosiddetta “ghigliottina” sul dl Imu-Bankitalia, parlò del M5S come di una forza politica «eversiva», e, soffermandosi su una serie di attacchi piovuti contro di lei sul blog di Beppe Grillo, si riferì agli utenti del blog etichettandoli come dei «potenziali stupratori».
Poi un episodio che fa già discutere. Matteo Renzi lascia per pochi minuti l’Aula di Montecitorio e Raffaele Calabrò, ex esponente del Popolo della Libertà, sceglie di non parlare in assenza del presidente del Consiglio. La presidente Laura Boldrini fa notare che «il governo è comunque rappresentato». Ma davanti all’indisponibilità di Calabrò, sospende la seduta per cinque minuti. Quando il premier rientra, il deputato del Nuovo centrodestra riprende il suo intervento, richiedendo l’attenzione del governo.
«Ciao Matteo, volevo dirti che stai sbagliando». Esordisce così in aula alla Camera Pippo Civati, rivolgendosi al premier Matteo Renzi. Il deputato del Pd esprime tutto il disagio per il passaggio che ha portato Renzi a palazzo Chigi, «una manovra che neanche ai tempi di Mariano Rumor», con il risultato che «continuiamo a fare governi senza passare dal voto dei cittadini». «Credo di rappresentare il disagio di molti elettori del Pd. Un diagio molto forte, se ho deciso dopo un lungo travaglio di votare la fiducia lo faccio solo perché penso che non si debba sfasciare tutto», spiega Civati citando Pier Luigi Bersani e auspicando la ricostruzione del centrosinistra.