L’AQUILA – Sono ormai passati quattro anni da quando sul Gran Sasso, Scimia e Giusti vengono sorpresi da una violenta bufera di neve. Il primo riesce a salvarsi, il secondo, purtroppo no. Da qui l’inchiesta e la relativa imputazione per Scimia di omicidio colposo, in quanto, secondo la pubblica accusa, l’imputato avrebbe avuto un comportamento incauto, anche nei confronti dell’amico in gravi difficoltà insistendo nel voler proseguire verso il Rifugio Duca degli Abruzzi, nonostante le avverse condizioni climatiche, abbandonandolo, di fatto, al suo destino.
Secondo la difesa, che tra i suoi test ha portato in tribunale all’Aquila, anche gli stessi soccorritori ed i volontari del Cnsas intervenuti quel giorno, l’unica colpa di Scimia è quella di essersi salvato, perché in condizioni come quelle, che sia ancora in vita è solo un miracolo. Per lui ora è arrivata l’assoluzione.
Alla lettura del dispositivo da parte del Giudice Giuseppe Grieco, Paolo Scimia è scoppiato in lacrime dopo 4 anni di tensione e dolore, mentre il Pm Stefano Gallo e gli avvocati di Parte Civile non escludono di ricorrere in Appello.