L’AQUILA – Gli hotel che decideranno di ospitare profughi non avranno alcun beneficio economico. Lo ha deciso il Consiglio regionale con l’approvazione dell’emendamento di Sospiri alla Legge 77 per i contributi alle strutture ricettive.
Potranno accedere ai contributi regionali della legge 77 solo quelle strutture ricettive che, attraverso i bilanci d’impresa degli ultimi tre anni, dimostreranno di aver svolto esclusivamente attività di accoglienza turistica e di non aver avuto fondi per ospitare presunti profughi. È questo l’emendamento che ha superato anche l’esame del Consiglio regionale è che da oggi è ufficialmente legge.
Una norma che mira a tutelare chi effettivamente trae il proprio reddito facendo impresa nel campo della ricezione, dunque alberghi o bed & breakfast, assumendosene anche il rischio e che dunque merita un sostegno pubblico, differenziandoli da chi invece usa la propria struttura per sfruttare il business dei presunti profughi, che sta fruttando centinaia di migliaia di euro a molti privati, per la precisione oltre 2 milioni di euro per tremila immigrati nel solo Abruzzo.
Lo ha annunciato il capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri dopo l’approvazione della norma avvenuta in aula: “Il provvedimento – ha ricordato Sospiri – rientra tra le misure presentate lo scorso 7 novembre e tese a frenare il business sugli immigrati mettendo anche la Regione Abruzzo dinanzi alle proprie responsabilità. Ormai il fenomeno si sta facendo insostenibile ovunque, specie nei piccoli centri della provincia dove i sindaci, non informati preventivamente come invece prevedono i bandi della Prefettura, stanno subendo un’invasione, come a Vestea, Moscufo, Turrivalignani, Città Sant’Angelo, Pianella o come l’ultimo caso a Manoppello, dove 800 cittadini si sono fatti promotori di una petizione di autotutela per fermare l’arrivo di 24 presunti profughi che, fra l’altro, dovrebbero essere sistemati in una struttura ricettiva che a oggi, come hanno denunciato il vicesindaco e un consigliere comunale, risulta anche priva della necessaria certificazione di agibilità”.
“È necessario – prosegue Sospiri – adottare misure che pongano un limite allo sfruttamento del business, e una di queste, sicuramente tra le più efficaci, è agire proprio sulle strutture che si prestano al business. La norma approvata è molto semplice e prevede che la struttura che fa il suo fatturato sulla gestione dei presunti profughi non può accedere agli aiuti della legge 77, con cui la Regione eroga fondi per migliorare le strutture turistico-ricettive. In altre parole, da questo momento potranno accedere al fondo della legge 77 solo le attività che, attraverso i bilanci degli ultimi 3 anni, potranno dimostrare di aver svolto solo attività di accoglienza turistica, dunque di aver lavorato in favore dell’economia territoriale, e non di accoglienza-profughi, che comunque già li mette in condizioni di ricevere benefit economici dallo Stato”.