ROMA – I deputati del Pd hanno accettato di ritirare gli emendamenti per mantenere l’Imu sulle prime case con una rendita catastale superiore a 750 euro, evitando per il momento nuove tensioni con il Pdl. “Abbiamo avuto rassicurazioni dal governo su una più netta definizione della futura Service tax nella direzione di una maggiore progressività, di un’ampia componente patrimoniale e di interventi a tutela delle famiglie in affitto”, dice il capogruppo democratico in commissione Finanze, Marco Causi.
A questo punto il decreto che ha abolito la prima rata dell’Imu su abitazioni principali, terreni agricoli e fabbricati rurali dovrebbe approdare domani in aula senza sostanziali modifiche. Resta da capire cosa accadrà a dicembre. Il Pdl chiede a Enrico Letta di rispettare l’intesa politica raggiunta il 28 agosto, quando il governo si è impegnato a cancellare anche la seconda rata dell’Imu su prime case, terreni agricoli e fabbricati rurali. “Se qualcuno immagina o sarà tentato di spostare l’asse della grande coalizione a sinistra si sbaglia”, dice il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta.
Lo scontro sull’Imu è esploso a una settimana dal voto con il quale Silvio Berlusconi ha riconfermato la fiducia a Letta, cercando di tenere insieme un partito sull’orlo della scissione. Il Pd vuole sfruttare l’indebolimento di Berlusconi per rimettere in discussione l’accordo di fine estate. Già questa mattina, dalle colonne del quotidiano La Stampa, Causi aveva avvertito che l’abolizione del’Imu non avrebbe dovuto penalizzare “lavoratori e consumatori con una raffica di aumenti delle accise e degli acconti Irpef”.
Finora il governo è rimasto a guardare. Il sottosegretario al Tesoro in quota Pd, Pierpaolo Baretta, dice da giorni che c’è tempo fino a dicembre per decidere cosa fare con la seconda rata.