L’AQUILA – Sono passati quasi quattro anni dal sisma. Nonostante ciò, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, dal procuratore regionale della Corte dei Conti per l’Abruzzo, Fausta Di Grazia è arrivato un richiamo per le istituzioni, anche se non sono comunque state espressamente citate nel suo discorso, per le istituzioni che si occupano della ricostruzione. “Quanti hanno la possibilità di attendere a lungo che L’Aquila torni nuovamente a pulsare di vita attiva e costruttiva?. I giovani – ha sottolineato il procuratore – non possono aspettare senza fine opportunità di lavoro che vedono problematiche e ancor di piu’ e’ difficile per gli anziani l’attesa di rientrare nelle loro abitazioni, con i servizi essenziali assicurati e un minimo di quotidiana tranquillità”.
Secondo il procuratore continuerebbe “l’esodo, l’abbandono e l’alienazione di quel che resta delle case antiche e delle attivita’ artigianali e commerciali, significative e insostituibili. Basta camminare nel cuore della citta’, attraversando la cosiddetta zona rossa, la piu’ colpita dal terremoto, per vedere che al posto delle persone esistono transenne e fitti boschi di impalcature metalliche per reggere, forse, l’insostenibile. Resta un mesto ricordo della bellezza che fu e che, verosimilmente, non sara mai piu’ uguale”. A fronte di una situazione eccezionale e del flusso di denaro pubblico che l’emergenza richiede – ha aggiunto infine Di Grazia – “sarebbero necessarie forze straordinarie, un nutrito spiegamento di uomini e mezzi dello Stato sufficienti a garantire il corretto uso delle risorse da impiegare”.