PESCARA – E’ stato un interrogatorio molto breve quello di De Fanis. L’ex assessore regionale ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere di fronte al gip Maria Carla Sacco. A chi gli chiedeva come si sentisse l’ex assessore ha risposto: “sto bene, sicuro e ho fiducia nella magistratura e nei miei avvocati”.
Uno dei suoi legali, intanto, Massimo Cirulli, ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari. Secondo l’avvocato, anche alla luce delle dimissioni di De Fanis, “sono venute meno le esigenze cautelari, ammesso che esistessero”. De Fanis era stato arrestato lo scorso 12 novembre nell’ambito dell’operazione denominata ” Il Vate”.
Anche Lucia Zingariello, la sua segretaria, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La donna si e’ subito allontanata evitando i giornalisti. In tribunale c’erano anche Rosa Giammarco, responsabile dell’Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Abruzzo ed Ermanno Falone, rappresentante legale dell’associazione “Abruzzo Antico”. Quest’ultimo non si e’ sottratto alle domande del gip. Secondo il suo legale, Angela Pennetta, Falone “ha chiarito la sua posizione nei minimi dettagli ed e’ estraneo ai fatti”. L’avvocato ha preannunciato che presentera’ istanza di revoca dell’obbligo di dimora disposto nei confronti del suo assistito.
Attualmente, infatti, De Fanis e Zingariello sono agli arresti domiciliari, mentre Giammarco e Falone sono all’obbligo di dimora. I reati contestati a vario titolo sono concussione, truffa aggravata e peculato. L’inchiesta coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Pescara e dal pm Giuseppe Bellelli mira a far luce sulle modalita’ di erogazione dei contributi regionali in base alla legge regionale n.43/73 che disciplina l’organizzazione, l’adesione, e la partecipazione a convegni, ed altre manifestazioni culturali.