PESCARA – Parla andrea Mascitti: “Dopo la presentazione del preventivo, per l’organizzazione dell’evento, fui richiamato dall’assessore regionale De Fanis per discutere dei dettagli. Lui iniziò a cancellare alcune voci dal budget e disse che ci voleva una somma per lui, di 4.000 euro, che gli servivano per la campagna elettorale. Mi sentii molto turbato e decisi di parlarne con un amico, il pm Gennaro Varone, con il quale condividevo la passione per la musica, e lui mi esortò a presentare querela”.
E’ uno dei passaggi chiave della testimonianza resa questa mattina, davanti al tribunale collegiale di Pescara, da Andrea Mascitti, l’imprenditore dello spettacolo, costituitosi parte civile, che con una sua denuncia ha fatto scattare l’inchiesta denominata ‘Il Vate’, mirata a fare luce sulle modalità di erogazione dei contributi regionali, sulla base della legge regionale 43/73, successivamente abrogata, che disciplinava l’organizzazione, l’adesione e la partecipazione a convegni e altre manifestazioni culturali con la possibilità di distribuzione di fondi.
I fatti si riferisco al 2013 e nel processo sono imputati, con le accuse a vario titolo di concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, truffa, peculato, abuso e falso, l’ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis, il rappresentante legale dell’associazione Abruzzo Antico Ermanno Falone, il responsabile dell’Agenzia per la promozione culturale della Regione Abruzzo Rosa Giammarco e l’imprenditore Antonio Di Domenica. Lucia Zingariello, ex segretaria di De Fanis, per questa vicenda ha già patteggiato una condanna ad un anno e 11 mesi di reclusione.
Proprio la Zingariello, questa mattina, sarebbe dovuta comparire per essere ascoltata in qualità di testimone, ma non si è presentata per ragioni di salute. Presenti, invece, gli imputati De Fanis, Giammarco e Falone. Assente solamente Di Domenica.
Davanti al presidente del collegio, Maria Michela Di Fine, sono sfilati il super testimone dell’accusa, Mascitti e gli assistenti capo del Corpo Forestale di Pescara, Michele Brunozzi, Monica Marinelli e Claudio Sarracino, citati dal pm Anna Rita Mantini per riferire sulle indagini.
“Nel corso delle intercettazioni della Zingariello, con un linguaggio piuttosto criptico, è emerso che De Fanis avrebbe saputo da Chiodi e Venturoni di essere indagato”. Lo ha detto Michele Brunozzi rispondendo ad una domanda del giudice Maria Michele Di Fine. Poco prima il testimone dell’accusa Andrea Mascitti aveva spiegato al collegio che De Fanis e Zingariello, “nel corso di alcune telefonate con un linguaggio in codice, mi avevano detto di stare attento perchè eravamo tutti intercettati”. Sia Brunozzi, che gli assistenti capo della Forestale Monica Marinelli e Claudio Sarracino, citati dal pm Anna Rita Mantini per riferire sulle indagini, hanno poi ricostruito dettagliatamente le varie fasi dell’inchiesta denominata “Il Vate”, culminata nel processo attualmente in corso.
Ora nella prossima udienza, in programma il 23 novembre, sarà ascoltata Lucia Zingariello. In quell’occasione saranno chiamati a deporre anche alcuni dei 24 testimoni della difesa tra i quali l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte e diversi sindaci abruzzesi.