FARINDOLA – Assoluzioni per alcuni reati e prescrizione per altri, per tutti gli imputati coinvolti in uno dei principali filoni dell’inchiesta Vestina, che nel 2010 portò agli arresti domiciliari l’ex sindaco di Farindola, Antonello De Vico. Lo ha deciso il tribunale collegiale di Pescara. I reati contestati a De Vico, all’ex sindaco di Penne Ezio Di Marcoberardino e ad altri sette imputati sono stati dichiarati prescritti.
I due ex sindaci, l’ex assessore comunale di Penne Giuliano Evangelista e l’ex dirigente comunale Piero Antonacci, sono inoltre stati assolti “perchè il fatto non sussiste” in riferimento ad alcuni episodi: De Vico e’ stato assolto dall’accusa di tentata estorsione, basata sulla presunta minaccia di esautorare l’ex segretaria della Comunita’ Montana Vestina, che non voleva prorogare un contratto.
Di Marcoberardino, Evangelista e Antonacci sono stati invece assolti dall’accusa di falso, in relazione all’appalto del mercato coperto di Penne. I tre erano accusati di aver favorito la ditta B.A. Dieci Srl. Per questo episodio i tre imputati dovevano rispondere anche del reato di corruzione, ma il tribunale ha riqualificato il reato in abuso d’ufficio e, di conseguenza, ha dichiarato la prescrizione.
Prescrizione anche per l’episodio che vedeva protagonisti De Vico, Di Marcoberardino, l’ex assessore comunale di Penne Femio Di Norscia, l’imprenditore toscano Daniele Mazzetti, Franco Mezzanotte, all’epoca dei fatti presidente del cda della dell’istituzione per i servizi sociali della Comunità Montana Vestina, e l’ex direttore Arturo Brindisi. Per tutti l’accusa, dichiarata prescritta, era di corruzione. Il solo De Vico, infine, ha beneficiato della prescrizione anche per l’episodio di millantato credito presso l’amministrazione di Penne.