ROMA – “Il 2015 è andato meglio del 2014. È andato meglio delle nostre previsioni nel 2014: lo dice la realtà dei fatti. Ha visto in alcune delle principali sfide un segno che torna positivo». Lo ha detto il premier Matteo Renzi durante la conferenza stampa di fine anno nella nuova Aula dei Gruppi parlamentari della Camera, cominciata con una replica all’intervento di apertura del presidente dell’Ordine, Enzo Iacopino, che aveva parlato di «schiavitù» di alcuni editori nei confronti del governo: «Nessuna piaggeria o diplomazia istituzionale, schiavitù o barbarie, nulla impedisce di dire la verità. La mia posizione è nota: fosse per me abolirei l’Ordine dei giornalisti».
Un impegno sull’equo compenso, una riflessione sulla carcerazione di giornalisti in alcuni Stati e poi via con le slide a illustrare quello che Renzi considera un anno di successi, con un auguri: «Un anno all’insegna della libertà di informazione che è un grande valore che l’Italia ha e sa mantenere». Ogni slide è in due parti: in quella superiore campeggia il fumetto di un gufo con un messaggio di diffidenza o pessimismo; nella parte inferiore viene riportato l’obiettivo raggiunto, secondo Renzi, dal suo governo.
«Il 2015 è andato meglio del 2014, anche meglio delle nostre previsioni. È stato un buon anno, che ha visto un segno che torna a essere positivo – ha detto Renzi-. Un anno fa si diceva che l’Italia era in stagnazione perenne, ma se guardiamo i dati del 2015 vediamo che il Pil torna a crescere». In Italia c’è un «indice di fiducia spaventosamente alto: quello dei consumatori è a quota 117,6 mentre un anno fa era a 97,4». Si tratta di «20 punti» di differenza e mostra un «paese che si sta rimettendo in moto».Nonostante tante difficoltà, secondo Renzi, c’è un Paese pieno di energie vitali che hanno una passione e un amore profondo per l’Italia.
«Noi eravamo alla finestra a Vienna non toccavamo palla, nell’incontro sull’ Iran l’Italia non c’era» ora «a Vienna si riuniscono gli stessi paesi più uno, cioè l’Italia» ha sottolineato Matteo Renzi sul nuovo ruolo dell’Italia in politica estera. «Ho uno splendido rapporto personale con la cancelliera Merkel, ma io rappresento l’Italia e vorrei che la stampa prendesse atto che quando parla il premier italiano non è necessario scrivere costantemente che si sta lamentando dell’Ue. Se con la cancelliera Merkel discutiamo di linee della politica economica europea non stiamo attaccando l’Europa, la stiamo difendendo».
«Siamo passati da piove governo ladro a non piove governo killer», ma l’Italia «ha ridotto le emissioni ultimi 25 anni, non è merito governo Renzi, di almeno un quarto rispetto al 1990. Non tutti Paesi europei hanno fatto la stessa cosa» ha detto il premier, ricordando il contributo dell’Italia al siccesso della conferenza sul clima. «Non commento la strumentalizzazione dei morti che pare essere diventato uno sport a cui certe opposizioni ci stanno abituando» ha aggiunto in riferimento alle dichiarazioni di Beppe Grillo sul tema dello smog. E poi le energie alternative: «Con l’ad di Enel Starace e i ministri Galletti e Delrio ci siamo dati l’obiettivo in un paio di anni di passare dalle 2mila centrali di ricarica elettrica, a 20mila colonnine: sarebbe il primo elemento per una mobilità più ambientalmente sostenibile».
«Non c’è rischio sistemico, le banche italiane sono molto più solide» di tante banche europee e «non cambierei il sistema bancario con quello tedesco nemmeno sotto pagamento. Affronteremo le questioni aperte e senza chiedere deroghe alla Ue». Così Renzi, rispondendo a una domanda sul sistema bancario e sul nodo dei crediti deteriorati: «chi è stato truffato riavrà i suoi soldi».