TERAMO – “L’accusa di vilipendio sul corpo di Melania Rea è un altro buco nero di questo processo giudiziario”. Lo sostiene l’avvocato Nicodemo Gentile che insieme al collega Valter Biscotti difende Salvatore Parolisi. “Primo grado ed appello non fissano con esattezza il giorno in cui cio’ sarebbe avvenuto. E’ un processo senza prova”.
In uno stralcio della lettera scritta dal carcere di Castrogno a Teramo dove e’ detenuto, Parolisi respinge anche l’accusa di vilipendio oltre al delitto. “Mi accusano di tutto, anche di essere tornato a Ripe sul posto dove e’ stata ritrovata mia moglie, pero’ non dicono ne’ quando ne’ come e sono certo mai potranno farlo perche’ in quel posto io non ci sono mai stato, come possono testimoniare tutti gli amici, i parenti, i familiari e inquirenti”.
Intanto è stata fissata al 10 febbraio 2015 l’udienza in Cassazione a suo carico. In primo grado, nel processo con rito abbreviato condizionato, Parolisi venne condannato dal gup di Teramo all’ergastolo. Salvatore Parolisi e’ stato considerato il solo colpevole del delitto di Melania Rea avvenuto nel boschetto della Casermette a Ripe di Civitella del Tronto il 18 aprile del 2011, ma il cui corpo venne ritrovato due giorni dopo grazie ad una telefonata anonima fatta alla polizia che annunciava il ritrovamento di un corpo seminudo vilipeso.