ROMA – Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha scelto la platea dell’assemblea di Confindustria Bergamo, alla fabbrica della Persico a Nembro, per annunciare i contenuti della manovra che il Consiglio dei ministri varerà mercoledì: una legge di Stabilità da 30 miliardi con una spending review per 16 miliardi. E una spinta decisa per gli imprenditori: via la componente lavoro dell’Irap che vale 6,5 miliardi e via per un triennio, attraverso incentivi ad hoc, i contributi per chi assume con il nuovo contratto a tutele crescenti. Con altri dieci miliardi che serviranno a confermare il bonus di 80 euro.
Renzi, tra le altre cose, è stato contestato all’ingresso da una delegazione di operai delle fabbriche della zona organizzata soprattutto dalla Fiom, Renzi ha tirato dritto esordendo con il solito appello: basta rassegnazione, è ora di cambiare.
Dopo aver elogiato il tessuto imprenditoriale del bergamasco, Renzi ha ringraziato gli industriali «per quello che fate». Alludendo a quella che il presidente di Confindustria Bergamo ha definito «perversione fiscale» ha subito messo in chiaro di condividere il giudizio sul fisco. «Non andiamo da nessuna parte se non recuperiamo un clima di fiducia», ha avvisato di nuovo Renzi biasimando l’atteggiamento di rassegnazione. «Non è training autogeno, non è appello di un pazzerello, non è un ritornello mentale: è l’esame dei numeri. Ma per farcela bisogna cambiare. La riforma della Costituzione, della legge elettorale, della Pa, della giustizia e del fisco: non stiamo dicendo che vogliamo esercitarci in attività normative ma stiamo cercando di far passare il messaggio che bisogna cambiare, a partire dalla politica».
«Tutti parlano del 18 ma tra la Finanziaria di quest’anno e quella dell’anno scorso, il 18 non è l’articolo dello Statuto dei lavoratori, ma sono i miliardi di euro che tagliamo come tasse», ha rilevato il premier. «Vorrei che fosse chiaro». Con la legge di Stabilità «l’Italia compie la più grande opera di riduzione di tasse mai tentata». Con il Jobs act e la manovra, «togliamo per i nuovi assunti l’articolo 18 e togliamo il peso fiscale per i primi tre anni». Di fatto, «lanciamo una sfida agli imprenditori».
Renzi ha confermato che nell’ambito della legge di Stabilità verranno recuperati spazi nel Patto di stabilità a favore dei Comuni per interventi da un miliardo di euro. E ha citato quanto accaduto a Genova: «Dimostra che le riforme di cui abbiamo parlato in questi mesi, che molti dicono che non servono a niente, sono fondamentali: se un’opera pubblica viene bloccata dai ricorsi e dai controricorsi, se lavorano più gli avvocati e i giudici che i manovali, ecco perché va cambiata la giustizia civile, ecco perché lo Sblocca Italia, ecco perché bisogna chiarire le responsabilità».
«A me non piace il fiscal compact, ma è stato votato e ora non posso dire che non lo rispetto», ha detto Renzi. «Non sforo il 3% ma comunque arrivo al 2,9% e libero 11,5 miliardi». Perché «è vero che il patto è stupido, ma dobbiamo dimostrare credibilità ai partner europei e ai mercati manterremo gli impegni presi dagli altri governi». Renzi ha confermato il piano sulle liquidazioni: «Annunceremo a ore un accordo con le banche che permetterà a chi vorrà di ricevere il Tfr in busta paga». Un passaggio «importante e serio» per reagire alla «contrazione dei consumi».