
ROMA – Tagli per 240 milioni di euro, invece dei precedenti 200, che andranno divisi fra i Ministeri e, adesso, anche la Presidenza del Consiglio, precedentemente esclusa. Bonus di 80 al mese fino a dicembre, per tutti i contribuenti con reddito fino a 24 mila euro (esclusi gli incapienti con reddito lordo annuo sotto gli 8 mila euro). Istituzione di un fondo per rendere strutturale la riduzione del cuneo fiscale, con una dotazione di 2,7 miliardi nel 2015 e di 4,7 miliardi nel 2015. Obiettivo di 15 miliardi da recuperare l’anno prossimo, «2 miliardi in più». Sono alcune delle novità principali del testo finale del Dl Irpef, approvato venerdì scorso dal Cdm e la cui pubblicazione è attesa tra oggi e domani. Intanto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha parlato di «ripercussioni positive del bonus sul Pil» non escludendo che si possa superare la previsione di +0,8% del Pil.
Un bonus, quello di 80 euro, che «avrà ripercussioni positive sul Pil in quanto le famiglie potranno spendere di più e le imprese saranno stimolate a investire e, di conseguenza, a creare maggiore lavoro», ha detto all’ANSA il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, non escludendo che si possa superare la previsione di +0,8% del Pil contenuta nel Def. Il calo dell’Irpef del 2015 non parte da zero. Arriva infatti un fondo per rendere strutturale il taglio del cuneo per i lavoratori dipendenti. Prevede 2,7 miliardi per il 2015, 4,7 per il 2016, 4,1 per il 2017 e 2,0 a decorrere dal 2018: in totale 13,6 miliardi.
Almeno 15 miliardi sono attesi nel 2015 dalla lotta all’evasione. È la previsione contenuta nel Dl Irpef: il Governo varerà un programma per conseguire nel 2015 un aumento «di almeno 2 miliardi di entrate dalla lotta all’evasione fiscale» rispetto al 2013, quando, ha spiegato recentemente l’Agenzia delle Entrate, gli incassi sono stati di 13 miliardi.
Scatta dal primo luglio l’aumento dal 20% al 26% dell’aliquota sulle rendite finanziarie che interesserà anche i dividendi staccati successivamente, le plusvalenze di azioni e fondi, nonché interessi su conti correnti e depositi postali. L’aumento non tocca i titoli di Stato, come Bot e Btp.