ROMA – La nuova legge elettorale sarebbe stata impugnata con una serie di ricorsi analoghi, depositati in contemporanea in una quindicina di Corti d’appello, tra cui Roma, Milano, Napoli. Nel mirino, tra le altre cose, premio di maggioranza e ballottaggio. Ora spetta ai giudici valutare se accogliere le istanze. L’Italicum è stato approvato dal Parlamento il 4 maggio scorso e la sua entrata in vigore è prevista per luglio 2016.
A promuovere l’iniziativa dei ricorsi è stato il Coordinamento democrazia costituzionale, a cui aderiscono numerosi giuristi, insieme a diversi comitati locali. Tra le Corti d’appello presso cui i ricorsi sono stati depositati, oltre a Roma, Milano, Napoli, anche Venezia, Firenze, Genova, Catania, Torino, Bari, Trieste, Perugia.
Tra le previsioni della legge che sono state impugnate, figurano il premio di maggioranza assegnato alla lista che supera il 40%; il ballottaggio senza soglia previsto invece tra i due partiti più votati se nessuno supera quota 40%; la contraddizione ravvisata nel fatto che chi raggiunga, per ipotesi il 39,9% dei voti deve comunque andare a ballottaggio; le norme sulle minoranze linguistiche che non consentono – secondo i ricorrenti – la rappresentanza di tutte le minoranze riconosciute, ma solo di alcune. L’iniziativa sarà presentata nel dettaglio nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio il 29 ottobre alle 14.30.
Giuristi, associazioni, sigle sindacali e anche diversi parlamentari della sinistra Pd: è questa la rete che, secondo quanto si legge sul suo sito, forma il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale. Tra i suoi aderenti anche diversi senatori e deputati della minoranza Dem. Tra i primi figurano infatti Vannino Chiti, Lucrezia Ricchiuti, Erica D’Adda, Paolo Corsini, Felice Casson e Maria Grazia Gatti, Corradino Mineo e g, ai quali, a Montecitorio, si affiancano Alfredo D’Attorre e l’ex Pd Stefano Fassina.
Presenti, nella rete di aderenti anche parlamentari dell’opposizione come gli esponenti Sel Loredana De Petris e Giorgio Airaudo, e giuristi come Gustavo Zagrebelsky e Luigi Ferrajoli e Felice Besostri, candidato dal M5S alla Consulta. Al coordinamento, si legge sempre sul sito, hanno dato la propria adesione associazioni come Ars (Associazione per il rinnovamento della sinistra), Articolo 21, i Comitati Dossetti o Libertà e Giustizia, oltre alle sigle sindacali Fiom e Usb. Mentre Cgil e Libera figurano in qualità di osservatori.
Obiettivo del Coordinamento è «difendere e valorizzare i principi della democrazia della nostra Costituzione nata dalla Resistenza, operando per attivare l’opinione pubblica, largamente inconsapevole del significato e dei contenuti del processo di riforme istituzionali in atto, e per promuovere un dibattito politico che consenta la partecipazione di tutti i cittadini e faccia avanzare la consapevolezza della posta in gioco per gli anni futuri».