ROMA – Non è ancora sciolto, infatti, il nodo degli emendamenti, finora accantonati, che mirano a modificare il testo dell’Italicum introducendo l’obbligo per legge di un’equa rappresentanza di genere, a partire dai capilista. A determinare l’impasse è, viene spiegato, la contrarietà dei vertici di Forza Italia ad inserire una norma sulla parità di genere che, viene ancora spiegato, modificherebbe di fatto nuovamente l’accordo siglato tra Renzi e Berlusconi.
Parlando a proposito delle norme allo studio, Francesco Paolo Sisto (Fi), relatore alla riforma del sistema di voto, parlando delle misure sulle quote di genere ha spiegato che «Forza Italia dice no alle quote rosa perché sarebbero una norma con problemi di incostituzionalità evidenti».
Il Pd, dal canto suo, sarebbe disponibile a una modifica della legge elettorale pro “quote rosa”, ma – viene ribadito – deve esserci l’accordo di tutti i sottoscrittori del patto sull’Italicum. La battaglia bipartisan delle donne a Montecitorio, però, va avanti e sarebbero orientate a mettere comunque in votazione, quindi senza ritirarlo, l’emendamento a prima firma Agostini e appoggiato da diverse deputate di vari schieramenti. A questo punto l’Aula di Montecitorio, convocata per le 11, potrebbe subire un lieve slittamento, non essendo ancora chiaro, in comitato dei 9, come procedere visto l’impasse sulla parità di genere. Ieri la presidente della Camera ha rivolto un appello affinché si trovasse un accordo sulla rappresentanza delle donne in Parlamento «al 50%».