ROMA – E’ caos in Aula alla presentazione del maxi-emendamento e voto di fiducia in Senato. «C’è la drammaticità e l’urgenza di agire per cambiare insieme e velocemente», interviene il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Ma il discorso procede a singhiozzi, a causa delle urla di protesta del Movimento 4 Stelle. Dopo numerose interruzioni, il presidente Grasso ha deciso di sospendere la seduta in Aula e di espellere il capogruppo pentastellato Vito Petrocelli, che, per polemica, aveva fatto l’ “elemosina” a Poletti, consegnandogli 50 centesimi.
Renzi non si lascia scoraggiare: «Al Senato porteremo a casa il risultato oggi, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi: non molliamo di un centimetro e con tenacia raggiungeremo l’obiettivo». E ha concluso: «cambiandolo facciamo l’unica cosa che veramente serve: restituire posti di lavoro».
Il premier dice «convinto che sia naturale che tutti» nel partito «votino come sempre». Ma i mal di pancia nella minoranza restano. L’ex segretario Pier Luigi Bersani ritiene la fiducia una «forzatura» ma sostiene che comunque serve «responsabilità e lealtà». In mattinata fonti di Palazzo Chigi hanno sottolineato che il voto di oggi sulla fiducia al Jobs Act riguarda l’articolo 18. Contrariamente a quanto riportato da notizie di stampa, si fa notare chela delega attribuisce al governo il dovere di superare l’attuale sistema e il presidente del Consiglio ha indicato con chiarezza la direzione.