ROMA – La Banca centrale europea ha tagliato a sorpresa i tassi di interesse dell’area euro di 25 punti base, in questo modo il principale riferimento sul costo del danaro cala allo 0,25 per cento, nuovo minimo storico. La decisione dei banchieri centrali europei viene letta da molti osservatori come una reazione al peggioramento di alcuni indicatori economici chiave. I mercati avevano ipotizzato una riduzione dei tassi per contrastare la frenata dell’inflazione e il timore della deflazione. L’ultimo taglio dei tassi della Bce risale al 2 maggio 2013, quando il refi era stato ridotto di un quarto di punto allo 0,50%, anch’esso un minimo record per l’Eurotower.
A decorrere dal 13 novembre, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali scenderà dall’attuale 1 per cento allo 0,75 per cento. Confermato infine a zero il tasso praticato sui depositi custoditi per conto delle banche commerciali. Subito dopo la decisione del taglio dei tassi da parte della Bce si è registrata una fiammata delle Borse : l’euro è crollato a 1,337 dagli 1,35 di questa mattina. Milano, che perdeva lo 0,7%, ora guadagna lo 0,8% mentre Parigi e Francoforte recuperano oltre l’1%.
Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti scende a 241 punti, dai 245 della chiusura di ieri, dopo la decisione della Bce di tagliare i tassi. Il rendimento del decennale é al 4,12%. Il differenziale Bonos/Bund, scende a 235 punti, per un tasso del 4,05%. Si tratta del quinto taglio dei tassi consecutivo. A partire dal 1999 la Bce è intervenuta dieci volte, innalzando o abbassando i tassi di interesse: il 2 maggio scorso aveva tagliato di mezzo punto il costo del denaro a 0,5%; lo scorso anno, il 5 luglio, il taglio era stato di 25 punti base.
Nell’area euro «potremmo assistere ad un prolungato periodo di bassa inflazione», ha rilevato il presidente della Bce Mario Draghi nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo che a tagliato i tassi di interesse allo 0,25%.