PENNE – Erano tanti oggi sotto la sede dell’Assessorato Regionale alle Attività Produttive a Pescara per opporsi alla decisione della Holding francese Kering di licenziare 400 dipendenti. Alcune centinaia di lavoratori della Brioni hanno fatto sentire il proprio dissenso dopo che l’azienda, da alcuni anni di proprietà del gruppo francese, ha visto letteralmente crollare le commesse sui mercati internazionali, ed ha deciso di ricorrere al taglio di circa un terzo dei dipendenti del comparto produttivo dell’azienda sartoriale vestina.
Presenti oltre ai lavoratori, i rappresentanti dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil, i sindaci dei comuni dell’area vestina, gli esponenti politici, ed i parlamentari abruzzesi. Il taglio di centinaia di posti di lavoro, è stato detto, rappresenta un duro colpo sociale ed economico per l’intera provincia pescarese. Pesanti le ripercussioni che si avranno sul territorio.
Giovanni Lolli ha annunciato che la vertenza si sposta a Roma in quanto è stato già fissato un tavolo di confronto nazionale presso il Ministero delle Attività Produttive. “Questo è un problema nazionale, ha affermato Lolli, perché si tratta di un’eccellenza nazionale. In tal senso, la prima cosa che annuncerò durante l’incontro è che c’è un tavolo nazionale già fissato per il 16, alle 10, al Mise”.
“Per dimensioni e qualità di questa azienda – ha aggiunto Lolli – questa è una questione che deve essere portata a livello del Governo del paese. Il rapporto non possiamo averlo solo con i dirigenti dello stabilimento ma dobbiamo averlo con la proprietà. E’ con la Kering che vogliamo parlare e vogliamo sapere cosa intendono fare. Poi la Regione è disposta a mettere in campo tutti gli strumenti agevolativi, ma nei confronti di un piano industriale serio”.
Lolli ha anche affermato che “l’area Vestina, insieme alla Val Pescara, rientrerà nell’ambito della legge 181, relativa alle aree di crisi: uno strumento in più – ha concluso – nei confronti delle imprese che vogliono fare investimenti”
I sindacati, con prudenza, hanno espresso apprezzamento per l’impegno del Governo, in quanto puntavano ad avviare una vertenza a carattere nazionale. negli ultimi 7 anni infatti alla Brioni di Penne sono stati persi oltre 270 posti di lavoro, senza tralasciare gli oltre 50 dipendenti licenziati in seguito alla chiusura dell’ Azienda Sforza, con stabilimenti a Modena e Bologna, che rientrano nel brand della Brioni.
“Quattrocento licenziamenti, con il crollo dell’indotto Brioni e la crisi delle attività commerciali significherebbero un autentico cataclisma per l’intera area Vestina”. Lo ha affermato il sindaco di Penne, Rocco D’Alfonso, affiancato dai primi cittadini dei dieci comuni del comprensorio Vestino, arrivati a Pescara in fascia tricolore per partecipare alla manifestazione.