ROMA – Matteo Renzi ridisegni l’agenda politica, lasciando da parte slogan e promesse. Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, manda un messaggio al mondo della politica e nello specifico, al governo, ricordando che non si fa abbastanza per le politiche familiari e che non si investe abbastanza nel mondo della scuola e della ricerca.
Galantino, rispondendo ad una domanda sulla polemica sollevata dal direttore del “Corriere della Sera” sull’operato del governo Renzi, dice chiaramente di non essere interessato a «tracciare identikit di Renzi, un ragazzo giovane e simpatico ma i Vescovi – incalza il segretario generale della Cei nel corso della conferenza stampa a conclusione della sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente – dicono che, al di là delle promesse, c’è la sensazione che si sia sordi a promuovere politiche fiscali. Noi diciamo che la famiglia non ci sembra messa al centro della società». Da qui l’appello al governo: basta con gli slogan, va ridisegnata l’agenda politica.
Sulla questione del lavoro ci sono “troppe bandiere che sventolano”, secondo il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Nunzio Galantino, che, in una conferenza stampa che ha concluso il consiglio episcopale permanente che si è svolto da lunedì a mercoledì in Vaticano, ha detto, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sull’articolo 18 e il dibattito sul mercato del lavoro, di essere “sempre preoccupato quando alcuni temi decisivi vengono posti sul piano dello scontro”, perché “la categoria del contro è sterile” e “alla fine ci saranno morti da una parte e dall’altra” e vengono adottate “soluzioni a mezz’aria”.
I vescovi italiani esprimono «la preoccupazione per la sordità dei responsabili della cosa pubblica nei confronti di politiche fiscali e di armonizzazione tra i tempi del lavoro e quelli propri della famiglia; ancor più il timore per la disponibilità al riconoscimento delle cosiddette unioni di fatto o all’accesso al matrimonio da parte di coppie di persone dello stesso sesso».
Il caso dell’ex nunzio apostolico Jozef Wesolowski, così come quello del vescovo paraguayano rimosso Rogelio Ricardo Livieres Plano, dimostrano che sul tema della pedofilia grazie a Papa Francesco “si alza il tiro”, ma bisogna sottolineare che la pedofilia non è solo un problema della Chiesa e, anzi, gli Stati fanno ben poco per contrastarla, come dimostrano i pacchetti organizzati dalle agenzia di viaggio per “turismo sessuale”. È il commento di mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana. “La Chiesa con grande coraggio sta dicendo cosa bisogna fare di fronte a questa piaga”, ha detto il vescovo pugliese nella conferenza stampa che ha concluso il consiglio episcopale permanente, ma è sbagliato “pensare che sia un problema della Chiesa, dei preti, dei vescovi”. La Chiesa, ha detto Galantino, “fa bene a guardarsi all’interno, e sicuramente andrà avanti, ma stiamo attenti a non favorire zone franche”.