ROMA – La Giunta ha votato a favore della decadenza del senatore Silvio Berlusconi. Quindici sì (di Pd, Sc e M5S), otto no (di Pdl, Lega e Gal). È questo, secondo quanto si apprende, il risultato del voto. «Decidiamo a maggioranza di proporre all’assemblea del Senato di deliberare la mancata convalida dell’elezione del senatore Silvio Berlusconi», ha detto il presidente della giunta Dario Stefàno. Si è votato anche sulle cinque questioni poste da Berlusconi nella sua memoria difensiva, inclusa la ricusazione di alcuni membri della giunta: sono state tutte rigettate Tocca all’Aula del Senato esprimersi, entro il mese di ottobre, sulla decisione della Giunta.
«Quando si viola lo stato di diritto si colpisce al cuore la democrazia. Questa indegna decisione è stata frutto non della corretta applicazione di una legge ma della precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico che non si è riusciti ad eliminare nelle urne attraverso i mezzi della democrazia», afferma, in una nota, Silvio Berlusconi, dopo la decisione della Giunta per le elezioni del Senato di proporre all’Aula di Palazzo Madama la sua decadenza da senatore. «La democrazia di un Paese – aggiunge – si misura dal rispetto dalle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino. Violando i principi della Convenzione Europea e della Corte Costituzionale sulla imparzialità dell’organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto».
«È stato chiaramente un atto politico si è deciso di far fuori per via giudiziaria il leader del centrodestra italiano. Non si illuda il boia. Sta rotolando il titolo di senatore, non la testa dell’uomo e del politico Berlusconi, che resta il leader e il riferimento di metà degli italiani. Ci sarà pure un giudice in Europa». Così il “falco’” del Pdl, Renato Brunetta ha commentato il voto espresso in giunta a favore della decadenza da senatore.
Il copione era stato già scritto e se ne conosceva la trama ma si è andati oltre ogni limite di tollerabilità», ha aggiunto il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani commentando la decisione della Giunta per le elezioni del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. «Al verdetto politico, fondato sul pregiudizio e sull’odio verso Silvio Berlusconi, in palese violazione del principio della non retroattività della legge penale sancito dalla Costituzione – aggiunge Schifani – oggi si è aggiunto l’intollerabile comportamento di un senatore che ha infranto il patto di riserbo dell’udienza pubblica dell’organismo parlamentare e inficiato così la legittimità della decisione. Un comportamento, questo, che avrebbe dovuto imporre lo stop ai lavori, come abbiamo richiesto al presidente Grasso. Ora spetterà all’Assemblea del Senato evitare che si consumi definitivamente questo gravissimo vulnus costituzionale e regolamentare. Ci auguriamo – conclude Schifani – che gli alleati di governo, Partito democratico e Scelta Civica, abbiano in quella sede un sussulto di responsabilità e respingano insieme al Pdl il pronunciamento odierno».
Il Pdl ha sollevato dubbi sulla regolarità dei lavori della Giunta, stigmatizzando il comportamento dell’ex capogruppo M5S Vito Crimi, che ha postato su Facebook un breve messaggio in cui prende di mira un poster con la scritta “Silvio non mollare”, con considerazioni piuttosto grevi sulla salute fisica dell’ “anziano” leader del Pdl. Considerazioni sulla “prostata” e sui “peti”. «Denunciamo al presidente Grasso – ha scritto Schifani – un fatto gravissimo: mentre la Giunta delle Elezioni è in camera di consiglio, l’esponente del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, sta esprimendo su Facebook giudizi volgari e offensivi contro il presidente Berlusconi, violando il regolamento del Senato. Un comportamento intollerabile – ha osservato Schifani – che conferma la bontà della nostra richiesta di ricusazione di alcuni membri della Giunta ed inficia gravemente la legittimità dei lavori del collegio».
«Ogni comportamento dei componenti della Giunta che esorbiti dalle funzioni istituzionali, a tal punto da incidere sul regolare andamento dei lavori, richiede attenta e approfondita istruttoria su eventuali violazioni del Regolamento, da sottoporre agli organi competenti sotto profilo disciplinare che regolamentare», dice Grasso in una nota.