TORTORETO – La morte di Giulia Di Sabatino, la ragazza di Tortoreto precipitata all’ alba del primo settembre del 2015 da un cavalcavia dell’A14 nel giorno del suo compleanno e dilaniata dalle auto. Resta ancora un mistero. E potrebbe restare tale in quanto non ci sarebbero colpevoli.
Infatti la Procura della Repubblica di Teramo ha chiesto l’archiviazione per i tre indagati per istigazione al suicidio. Nei cinque faldoni che racchiudono la richiesta, firmata dai pm Davide Rosati ed Enrica Medori, sono contenuti esami del Ris, intercettazioni, consulenze,testimonianze e tabulati telefonici. I tre indagati per istigazione al suicidio sono il 25enne finito nelle cronache come l’uomo della Panda rossa, l’ultimo ad aver visto la ragazza viva e ad aver avuto un rapporto sessuale con lei quella notte; l’uomo con lo scooter che quella sera le diede un passaggio per un tratto di strada e il ragazzo nel cui telefono cellulare sono state trovate immagini osè di Giulia Di Sabatino.
Quest’ultimo resta indagato per pedopornografia nell’inchiesta aperta dalla distrettuale antimafia dell’Aquila competente per il tipo di reato. Per gli inquirenti, dunque, non c’è stata alcuna istigazione al suicidio.
L’avvocato Antonio Di Gaspare, che rappresenta i genitori di Giulia Di Sabatino, annuncia opposizione alla richiesta archiviazione ed afferma che “Da una prima visione molto sommaria degli atti che ora sono a disposizione restano ancora tanti aspetti da chiarire. Per noi si rafforza la certezza che la ragazza non si sia suicidata e per fugare ogni dubbio andremo fino in fondo. Finalmente con la richiesta d’archiviazione abbiamo tutti gli atti a disposizione, ma in tutta questa documentazione non si dà una spiegazione del perché Giulia avrebbe dovuto compiere quel gesto”.