GIULIANOVA – Dopo oltre un mese e mezzo dalla scomparsa, ormai tutte le certezze sembrano venire meno. Di sicuro Renata Rapposelli non è stata vittima di un colpo d’arma da fuoco o qualsiasi oggetto contundente. Insomma si procede per esclusione nella complessa indagine che vede coinvolte varie componenti investigative: quelle tradizionali con i carabinieri ed i magistrati inquirenti della Procura di Ancona che alla luce di testimonianze raccolte hanno già delineato i contorni di una vicenda che ora attende, da parte di medici legali e specialisti del Ris, anche riscontri di natura scientifica.
In attesa dei risultati degli esami tossicologici per verificare l’ipotesi avvelenamento, nelle prossime ore si tornerà ad esaminare il corpo di Renata, principalmente per isolare eventuali tracce di Dna sconosciuto, ma anche per raccogliere ulteriori elementi che possano chiarire le cause della morte. Parallelamente inizieranno le analisi peritali su tutto il materiale sequestrato nell’abitazione dei Santoleri, alla ricerca di tracce riconducibili alla vittima, visto che gli inquirenti, anche grazie ad una serie di testimonianze raccolte, sono convinti che la donna sia stata uccisa a Giulianova e poi abbandonata nelle campagne di Tolentino.