L’AQUILA – Un quarto delle discariche messe sotto accusa dall’Europa in Italia si trovano in Abruzzo. Undici su 44 per la precisione. Le altre si trovano 23 in Basilicata, 2 in Campania, 3 in Friuli Venezia Giulia e 5 in Puglia. L’Unione europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia Ue il 17 maggio scorso.
Si tratta di 44 discariche che – come riferisce il servizio studi del Senato – costituiscono “un grave rischio per la salute umana e per l’ambiente”. La decisione dell’Ue si riferisce alla procedura di infrazione aperta nel 2011 per violazione della direttiva Ue sulle discariche (Direttiva 1999/31/CE) che imponeva agli Stati membri di bonificare o chiudere entro il 16 luglio 2009 le discariche già autorizzate o in funzione prima del 16 luglio 2001, le così dette ‘discariche preesistenti’.
Il ricorso alla corte di Giustizia Ue – spiega ancora la nota del servizio studi del Senato – potrebbe comportare “per il nostro Paese una condanna al pagamento di sanzioni pecuniarie” (composte da una somma forfettaria e da penalità giornaliere); e sentenze di condanna sono già state pronunciate “nei confronti di Bulgaria, Cipro e Spagna”.
In effetti l’Italia nel 2014 è stata già condannata al pagamento di sanzioni nell’ambito della procedura sulle ‘discariche abusive’: 40 milioni di euro forfettari, più una penalità semestrale decrescente in base al numero di siti messi a norma adeguati.