PESCARA – La crisi economica non lascia scampo nemmeno all’Abruzzo. Negli ultimi cinque anni la nostra regione si è indebolita interrompendo la crescita del Pil che anzi dal 2008 al 2013 è sceso dell’8,3%, trascinandosi l’occupazione, diminuita di 4,2 punti percentuale nello stesso periodo con tutto ciò che ne consegue in termini economici e sociali. L’analisi è quella dell’ufficio studi della Cisl Abruzzo-Molise, presentata in conferenza stampa dal segretario generale Maurizio Spina e dal professor Giuseppe Mauro, ordinario di Politica Economica presso la facoltà di Economia dell’Università d’Annunzio di Pescara-Chieti.
“Quello abruzzese è un quadro complessivamente negativo perché la nostra regione risente fortemente della crisi finanziaria e della recessione che stanno accompagnanado l’Italia ormai dal 2008”, ha dichiarato il professor Mauro. “In questi cinque anni tutti gli indicatori segnalano andamenti negativi soprattutto per quanto riguarda il Pil e il lavoro. Il tasso di occupazione giovanile si attesta intorno al 40% e in cinque anni gli occupati sono diminuiti di circa 28mila unità. Si tratta di un quadro che si presenta più marcatamente negativo rispetto ai valori medi dell’Italia”, ha continuato il professor Mauro.
“Anche il tasso di povertà cresce, però a differenza delle altre regioni, l’Abruzzo ha dei fondamentali importanti come la componente manufatturiera che è tra le prime in Italia e che si identifica con il settore industriale. Inoltre ci sono risorse ancora non valorizzate che si chiamano turismo e cultura”.
Per ripartire dunque sarà necessario individuare obiettivi su cui convogliare risorse, nonostante i tagli alla spesa pubblica. A breve, ha annunciato Maurizio Spina, sarà indetta una conferenza congiunta delle sigle sindacali per far sì che la politica si faccia carico di queste tematiche, oggetto di campagna elettorale, affinché dalle parole si passi ai fatti.