L’AQUILA – Torna ad aumentare l’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici: dal 4 al 10 gennaio è stato pari a 1,09 (range 1,04-1,13), in aumento da cinque settimana. Rt Abruzzo 1.18 e, quindi, il ritorno alla zona arancione da domenica. Nove Regioni passano in questa fascia: oltre all’Abruzzo, sono Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Restano in area arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto. Lo prevede la nuova ordinanza che il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà nelle prossime ore e che andrà in vigore a partire da domenica 17 gennaio.
“Il ministro Speranza mi ha appena comunicato che la Regione Abruzzo sarà arancione, come gran parte del territorio nazionale. Nonostante la Cabina di regia abbia registrato impatto basso, probabilità moderata, nessuna allerta, livello di rischio complessivo moderato, purtroppo l’indice RT a 1,12 (praticamente allineato alla media nazionale) porta l‘Abruzzo in arancione a partire da domenica”. Così il presidente della Regione, Marco Marsilio.
“Purtroppo la nuova soglia più restrittiva recentemente approvata dal Governo produce questo risultato. Torneranno quindi a chiudere bar e ristoranti, che potranno tornare a fare solo asporto. I bar con la nuova ulteriore limitazione fino alle ore 18. Per le scuole nessun cambiamento: continueranno a fare la didattica a distanza al 50% come avviene già da lunedì. Rinnovo con ancora maggior vigore la richiesta al Governo di fare presto con gli indennizzi, altrimenti queste nuove restrizioni rischiano di trasformarsi in una mazzata mortale per interi settori. Stesso discorso per la filiera del turismo invernale, colpito dallo spostamento al 15 febbraio della riapertura, cosa che per molti impianti vuol dire di fatto aver perso l’intera stagione o quasi”.
“Questa settimana si conferma il peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese già osservato la settimana precedente”, lo si legge nella bozza del monitoraggio settimanale del ministero della Salute e relativo al periodo fra il 4 e il 10 gennaio.
Nove regioni (Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta) hanno un Rt puntuale maggiore a uno nel limite inferiore, compatibili con uno scenario tipo 2. Altre 10 hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno ma sono tutte, tranne una, con un Rt medio sopra uno o appena sotto.
Questo il dato dell’Rt puntuale al 13 gennaio relativo alla settimana 4 gennaio 2021/10 gennaio 2021. Abruzzo 1.18 Basilicata 1.14 Calabria 1.05 Campania 0.99 Emilia Romagna 1.15 Friuli Venezia Giulia 0.94 Lazio 1.1 Liguria 1.15 Lombardia 1.4 Marche 0.97 Molise 0.7 Piemonte 1.14 Provincia Autonoma di Bolzano 1.5 Provincia Autonoma Trento 1.01 Puglia 1.18 Sardegna 0.99 Sicilia 1.19 Toscana 1.01 Umbria 1.29 Valle d’Aosta 1.19 Veneto 0.96
Undici Regioni/PPAA riportano una classificazione di rischio alto (contro 12 la settimana precedente), 10 a rischio moderato (di cui 4 ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e nessuna a rischio basso. L’incremento dell’incidenza è stato “relativamente contenuto grazie alle misure di mitigazione adottate nel periodo festivo”.
Sono 12 le Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (contro le 13 della settimana precedente) mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua a essere sopra la soglia critica (30%). Così nella bozza del monitoraggio settimanale ministero della Salute-Iss. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.579 (04/01/2021) a 2.636 (12/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche aumenta anche lievemente, passando da 23.317 (04/01/2021) a 23.712 (12/01/2021).
L’incidenza su tutto il territorio “è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”, si legge della bozza del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). “Il servizio sanitario – si legge – ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate”.
Valore elevato di incidenza nella settimana di monitoraggio nella Regione Veneto (365,21 per 100.000 abitanti), PA di Bolzano (320,82), Emilia Romagna (284,64), e Friuli Venezia Giulia (270,77). E su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Così nella bozza del monitoraggio settimanale ministero della Salute-Iss. “Il Ssn ha mostrato i primi segni di criticità – si legge – quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate”.