TERAMO – “L’acqua è potabile e l’emergenza è finita”. Lo rende noto il presidente della regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, e l’assessore regionale alla sanità, Silvio Paolucci. La conferma arriva anche da una nota della prefettura del capoluogo teramano, diramata alle 2:32 della notte, in cui si legge: “Nel corso della riunione in prefettura, presieduta dal presidente della Regione, Luciano D’Alfonso e dal prefetto di Teramo, l’Arta ha comunicato i risultati dei sei campioni d’acqua prelevati, riferendo che in base alle analisi effettuate i campioni in esame sono conformi alla normativa vigente. In ragione di tale comunicazione la Asl ha informato che si revoca la disposizione e l’acqua può essere destinata ad uso potabile. Continuerà il monitoraggio con esecuzione dei prelievi in rete ed alle opere di captazione”.
In sostanza l’allarmismo di ieri sembra essere rientrato. Ecco di seguito l’avviso ai cittadini della Asl di Teramo, relativa alla revoca di non potabilità dell’acqua ad uso umano: “Si avverte la cittadinanza dei comuni di Alba Adriatica, Ancarano, Basciano, Bellante, Campli, Canzano, Castellalto, Castelli, Civitella del Tronto, Colledara, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Giulianova, Isola del Gran Sasso, Martinsicuro, Montorio al Vomano, Morro d’Oro, Mosciano, Nereto, Notaresco, Penna S. Andrea (Val Vomano), Pineto, Roseto, Sant’Omero, Sant’Egidio, Teramo, Torano Nuovo, Torricella Sicura (capoluogo e Bivio S. Chiara), Tortoreto e Tossicia che SONO STATE REVOCATE LE LIMITAZIONI D’USO DELL’ACQUA IN RETE disposte nel pomeriggio di ieri, dal SIAN. Infatti, l’esito dei risultati analitici sui campioni d’acqua prelevati il 9.5.2017 e pervenuti oggi alle ore 1:56, risultano di conformità alla vigente normativa (D.Lgs. 31/2001 e s.m.i.), come da nota della Dott.ssa Marconi”.
Tutto a posto, quindi, almeno per il momento. Alcuni giorni fa, dopo un servizio della trasmissione Le Iene di Italia 1, gli Istituti di Fisica Nucleare erano stati chiamati in causa. Ora, gli stessi, precisano di “non entrarci nulla. Non scarichiamo più nel Ruzzo”. “Le acque provenienti dal punto di captazione interno del Gran Sasso sono messe a scarico dal 1° maggio u.s.”. “Da tale data – comunicano i laboratori nazionali del Gran Sasso (Lngs) e l’istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) – le acque provenienti dai Lngs non vengono immesse nella rete idrica dell’acquedotto del Ruzzo. Tale misura di messa a scarico è stata adottata in via precauzionale, d’intesa con la Ausl, in occasione dei lavori di parziale ripavimentazione in corso nei laboratori sotterranei. Inoltre, i Lngs rendono noto che, dai monitoraggi costantemente eseguiti in tutti questi giorni, le acque di scarico in uscita dai laboratori sono sempre risultate e tuttora risultano pulite e assolutamente conformi ai requisiti previsti per le acque potabili. Nessuna responsabilità – quindi da imputare a questi laboratori per la disposizione di sospensione dell’uso a fini potabili delle acque in uscita dal Traforo del Gran Sasso”. Resta da verificare se su quanto avvenuto possano aver inciso i lavori di manutenzione autostradale all’interno del tunnel, nei giorni del 3 e 4 maggio.
Comunque è stata aperta un’inchiesta. Sarà un pool composto da tre magistrati e coordinato dal procuratore capo di Teramo, Antonio Guerriero, ad indagare sul nuovo presunto episodio di inquinamento. Il pool, composto dai pm Stefano Giovagnoni, Greta Aloisi e Davide Rosati, indagherà su due episodi, sia quello dell’8 maggio sia quello dello scorso agosto, riuniti in un unico fascicolo. Ieri la decisione di sospendere l’utilizzo dell’acqua ai fini potabili era stata assunta dopo che i primi rilievi dell’Arta avevano stabilito la non conformità di odore e sapore dei campioni prelevati l’8 maggio.
Rilievi che avevano messo in moto gli ulteriori accertamenti, da parte dell’Arta dell’Aquila. Gli esiti degli accertamenti sui campioni prelevati l’8/5 dovrebbero arrivare nel corso della giornata, così come quelli dei campioni inviati dalla Asl all’Università di Padova.