
Che cos’è in fondo la vita? Un infinito enigma senza risposta oppure una storia con tutte le risposte. Un trascorrere annoiato? Un passatempo divertente con intervalli di tragicità, ma qualsiasi sia la risposta, c’è sempre qualcosa che manca, quella stranezza che ti fa sentire incompiuto, ogni giorno. A molti mancano gli affetti, manca il lavoro, la tranquillità, agli artisti la loro arte, esattamente come agli attori, manca…il teatro.
E’ stato lungo il tempo dell’assenza dal palcoscenico, dal fruscio del sipario che ti sta per raccontare un altro mondo, un’altra storia, non tua, ma di cui sei protagonista; per chi ama l’allegro calpestio sulle assi di legno, per chi per anni ne ha sentito l’odore, ne ha percepito il ritmo nella sua coinvolgente magia, per chi ne ha fatto ragione di vita; questi due lunghissimi anni di pandemia sono stati un lungo coma culturale. Ma il teatro non muore, come la vera arte sa rinascere a vita nuova.
E di nuovo sui cartelloni arriva “Mistero Buffo” capolavoro tragicomico e al contempo dissacrante del grande Dario Fo, rivisitato in una riscrittura , ancor più ironico-dissacratoria, dal regista lancianese Bruno Spadaccini, a suo volta autore “fuori dagli schemi” canonici della teatralità. Il “Mistero” si paleserà venerdì 18 marzo al teatro Fenaroli di Lanciano. E’ la rivisitazione in chiave certamente comica, ma che nel suo interno ha una impronta drammatica, che non sfugge al pubblico colto, vista con la lente deformante dell’ironia che a tratti appare in veste comica popolare. Questo è l’aspetto, o ancor meglio è la colonna portante della storia che si basa sulla narrazione biblica dei primordi del cristianesimo che ha dato la genesi a tutta la cultura millenaria dell’Europa.
Spadaccini ha portato in scena, coadiuvato da attori di provata “fede” scenica, un copione che, seppur figlio del testo originale di Fo, nella mani del regista ha assunto un visione godibile, nei vari aspetti siano essi tragici, siano comici, in ogni caso, invitano alla riflessione sulle origini di quell’animale strano a forma di uomo. E’ questo il merito del lavoro registico, un “Mistero”, in parte svelato, in parte meditato ma che con irruenza scenica riporta ad un risveglio di un pubblico assopito dalla pandemia, che esalta i protagonisti in scena.
Per la regia di Bruno Spadaccini, sono in scena, nell’ordine di apparizione: Loredana Saccomandi (assistente di Regia), Antonio Pagano, Mauro Di Profio, Francesco Di Rocco, Manuela De Vito, Rosy Binni, Gariele Colantoni, Lidia Rosaria D’Addamio, Stefano Di santo. Cosa aspettate a battere le mani?
URANUS