L’AQUILA – “In provincia dell’Aquila si evidenziano segnali preoccupanti rispetto all’andamento delle richieste di cassa integrazione in edilizia e nell’indotto”. A segnalarlo sono il segretario Filca della provincia dell’Aquila, Pietro Di Natale, e il segretario provinciale della Cisl, Paolo Sangermano.
“Il dato eclatante”, spiegano Di Natale e Sangermano, “e’ collegato all’inspiegabile ricorso ad ammortizzatori sociali nei settori impegnati dall’opera della ricostruzione post-sisma. Sono molte le imprese edili, di inerti, lapidei, manufatti e rivendita di materiali che vi fanno ricorso. Altro elemento inquietante e’ il tentativo, da parte delle imprese che operano nella ricostruzione, di assumere personale con qualifiche e mansioni inferiori a quelle realmente svolte”.
Una situazione allarmante, quella illustrata dalla Cisl: “Il nostro territorio e’ investito da una crisi gravissima”, affermano Di Natale e Sangermano, “che riguarda il comparto edile e tutto l’indotto. Un paradosso in una provincia colpita dal sisma, dove c’e’ ancora moltissimo da ricostruire e che e’ stata indicata come il cantiere piu’ grande d’Europa. L’edilizia sta vivendo il peggior momento della sua storia. Si e’ attivato un meccanismo di concorrenza sleale tra le imprese, che tendono a diminuire il costo della manodopera, agendo al ribasso sulle retribuzioni dei lavoratori. Le imprese, inoltre, importano materiale fuori dall’Abruzzo, creando un ulteriore danno economico al territorio”.
Un circolo vizioso che porta, come denuncia la Cisl, “ad un ulteriore aumento della cassa integrazione in deroga nell’edilizia ed a una diminuzione delle ore lavorate in busta paga, che vengono giustificate con ferie e permessi inesistenti. In sostanza”, sottolineano Di Natale e Sangermano, “le imprese giocano al ribasso per accaparrarsi i lavori della ricostruzione a scapito della retribuzione delle maestranze, con evidenti ricadute in termini di elusione e d evasione fiscale e contributiva. Operai che, nel caso delle aziende non locali, arrivano per lo piu’ da fuori, togliendo lavoro alla manovalanza aquilana e agli stanziali, i lavoratori stranieri che da tempo vivono nella nostra citta’”.