L’AQUILA – Il dossier, sia nazionale che regionale, di Legambiente sulle mancate demolizioni pubblicato a settembre, evidenzia come siano molte le zone a rischio anche nella nostra Regione. “Abbatti l’abuso – i numeri delle mancate demolizioni nei comuni italiani” è il tema del rapporto.
Ed il termine abusivo è fin troppo generico perché, come sottolineano gli attivisti di Legambiente, anche in Abruzzo, ci sono molte case, stabilimenti o costruzioni in genere con tutte le carte in regola che sul piano burocratico non hanno nulla di abusivo, ma che basterebbe dare uno sguardo alla loro collocazione per comprendere a quanti rischi vanno incontro coloro che ci abitano o ci lavorano.
I casi più eclatanti un’imponente struttura commerciale, a ridosso del fiume Pescara, che vanta di tutte le autorizzazioni possibili, inimmaginabili ma che secondo gli ambientalisti non sarebbe mai dovuto sorgere così vicino al fiume. Le villette sulla spiaggia di Francavilla, molte trasformate in veri e propri ecomostri, altre che continuano a sorgere nell’indifferenza generale. Delle 724 strutture per cui è stata emessa ordinanza di demolizione, poi, solo 27 sono state di fatto abbattute, appena il 3,7%. Secondo il presidente di Legambiente Giuseppe Di Marco: “Le istituzioni devono avere più decisionismo assicurando non la disponibilità di una casa abusiva, ma un alloggio regolare, di edilizia pubblica e realizzato secondo le più elementari regole costruttive che ne assicurino stabilità e sicurezza”.