
ROMA – È gelo tra Partito democratico e Forza Italia sulla riforma della legge elettorale alla vigilia dell’incontro che potrebbe rilanciare il patto del Nazareno. A infiammare gli animi il capogruppo dei deputati forzisti Renato Brunetta: «Il patto prevedeva quanto abbiamo approvato alla Camera nell’Italicum. Noi a quella siamo rimasti e se Renzi, con la sua maggioranza, ha deciso di cambiare tutto e di buttare quel testo e di scriverne un altro non c’è più il patto del Nazareno», dice Brunetta ai microfoni del Gr1 Rai.
La tensione in casa azzurra è salita dopo che, ieri sera, il vertice tra i partiti di maggioranza (Pd e Ncd, fra tutti), ha partorito un accordo per portare la legislatura al 2018 e ipotizzato soglie di sbarramento al 4%, avvicinandosi così alle richieste del Nuovo centrodestra di Alfano. A stretto giro è arriva la replica del Partito democratico. «Se le parole di Brunetta sul patto del Nazareno interpretano il pensiero di Berlusconi e Fi , allora non c’è neanche bisogno di incontrarsi domani. Se la linea di Fi è quella di Brunetta, come successo altre volte in questi mesi, mi servo a che serva l’incontro»,così il sottosegretario Luca Lotti replica al capogruppo di Forza Italia. E su Twitter è lo stesso premier a dettare la linea: basta aspettare. «Il tavolo dei rinvii, dei tavoli tecnici, dei gruppi di lavoro è finito. Ora è tempo di decidere #lavoltabuona». scrive il capo di governo.
il tempo dei rinvii, dei tavoli tecnici, dei gruppi di lavoro è finito. Ora è tempo di decidere #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 11 Novembre 2014
Che qualcosa sia cambiato lo conferma anche il coordinatore del Nuovo centrodestra Gaetano Quagliariello, che intervistato da La Stampa, parla dell’accordo di ieri sera come di «un successo per il Paese». E poi apre alla collaborazione con altre forze politiche, tra cui il Movimento 5 Stelle: «Per i colloqui che ho avuto credo che la nostra proposta vada in una direzione condivisibile», dice Quagliariello sottolineando come l’accordo sulle soglie piacerà anche a Sel, Fratelli d’Italia e «altre opposizioni»
Il giorno dopo l’intesa con Renzi, anche Alfano torna sulla modifiche alla riforma della legge elettorale: «Il premio al partito è uno strumento corretto che fotografa la realtà. Al momento la coalizione di centrodestra non esiste, ci sono i singoli partiti, e partiti come Pd o M5S che sono da soli una coalizione», spiega. E rispetto alle conseguenze sul patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi: «Se da parte di Berlusconi non ci sarà la volontà di usare il patto del Nazareno come uno strumento contundente, questa legge elettorale può unificare il centrodestra. Ma ci vuole apertura, saggezza, animo sereno e nessun rancore. Noi -ha sottolineato Alfano- siamo pronti a rivalutare una prospettiva di centrodestra, una prospettiva su cui possiamo reincontrarci…».
I democratici, intanto, hanno aperto ufficialmente l’offensiva su Forza Italia. «Sulla riforma elettorale il vero problema è che Berlusconi non tiene più i suoi dentro Forza Italia», accusa Debora Serracchiani aggiungendo che «Brunetta gli scappa da tutte le parti». E allora il vicesegretario Pd manda a dire al Cavaliere che «non si è rotto il patto del Nazareno: si è rotta Forza Italia». Non che dentro FI, in effetti, manchino le voci critiche, sono almeno quattro le correnti all’interno del partito. «Sulla legge elettorale non possiamo andare dietro alle indiscrezioni di stampa. Bisogna avere un luogo di discussione all’interno del partito, dove confrontarsi e prendere una decisione», dice per esempio Raffaele Fitto. «Io – prosegue l’eurodeputato “azzurro” – contesto a Renzi il fatto che da giorni sta monopolizzando l’agenda politica con la legge elettorale, dimenticando le vere priorità del Paese». «Non so se alla fine Berlusconi accetterà le condizioni poste da Renzi, ma prima di prendere una posizione – attacca Fitto – mi piacerebbe che il partito fosse convocato e coinvolto nelle scelte».