ROMA – Il governo Letta tira le somme dei primi 100 giorni di attività dell’esecutivo di larghe intese. E lo fa a pochi giorni dalla sentenza della Cassazione nel processo sui diritti tv Mediaset, con un documento pubblicato sul sito della presidenza del Consiglio. «Davanti a noi, da oggi, la responsabilità di andare avanti con ancora più determinazione a fare bene – spiega il premier Enrico Letta in un messaggio di accompagnamento al report -. A trovare con cura le risposte che il capo dello Stato e il Parlamento ci hanno incaricato di dare al Paese e che il Paese pretende da noi. A concentrarci sempre di più sulle politiche proprio quando lo scontro nella politica sembra farsi incandescente».
«Che non sarebbe stato facile – continua Letta – lo sapevamo fin dal principio. Vent’anni di confronto durissimo e muscolare lasciano segni e ferite. Eppure, i provvedimenti del governo che trovate qui raccontati e il lavoro paziente e incisivo delle Camere nell’approvarli e migliorarli dimostrano che è possibile lavorare per l’Italia pensando al futuro». Il governo, spiega Letta, non si lascia «spaventare dall’ossessione del consenso immediato, dalla consultazione compulsiva delle rispettive dichiarazioni, dal rischio che il proprio elettorato – o la propria base – non capisca il senso delle larghe intese».
Il presidente del consiglio è convinto che gli italiani «capiscono – ne sono certo – che questa esperienza, e chi la rappresenta, non ha la presunzione di durare per sempre o di ergersi a modello». «Ha – osserva il premier – l’ambizione e il dovere, quelli sì, di servire il Paese contribuendo a rizollare un campo da gioco altrimenti impraticabile, di rispondere alla crisi con tanti atti concreti, tangibili e di buon senso, di dimostrare all’Europa e al mondo che ce la possiamo fare». «I segnali ci sono tutti e indicano che siamo a un passo dal possibile – sottolinea il presidente del Consiglio -. A un passo, cioé, dall’inversione di rotta e dall’uscita dalla crisi più drammatica e buia che le attuali generazioni abbiano mai vissuto».