PESCARA – Sette misure di custodia cautelare in carcere sono state eseguite nei confronti dei componenti di una pericolosa banda criminale, formata da romeni e italiani, accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione, lesioni e minacce. Si tratta della fase finale di una operazione di polizia contro lo sfruttamento della prostituzione condotta dalla squadra mobile di Pescara con il supporto della mobile di Chieti.
Le indagini hanno riguardato il controllo e la spartizione del territorio di Pescara sud e della Pineta Dannunziana da parte degli sfruttatori delle “lucciole”. Spesso si sono verificati aggressioni e scontri violenti finalizzati al pagamento di una sorta di “tassa di occupazione”, richiesta alle prostitute non assoggettate al controllo del gruppo criminale. Le indagini sono durate piu’ di un anno e si sono basate sia sulle dichiarazioni di alcune delle ragazze vittime degli sfruttatori, sia su numerose intercettazioni e servizi di controllo e pedinamento.
Le indagini, ha spiegato il dirigente della mobile di Pescara, Pierfrancesco Muriana, hanno preso il via a luglio 2012 dopo un blitz contro la prostituzione attuato dal personale della volante. Alcune “lucciole”, tra cui una che ha cominciato a lavorare quando era ancora minorenne, hanno raccontato di continui soprusi, violenze e aggressioni che subivano dal gruppo nell’ambito di una vera e propria contesa per il territorio.
Quasi ogni notte c’erano episodi di guerriglia urbana nella zona sud di Pescara per cui, dopo le prime indagini, e’ stato arrestato, il 19 ottobre, il presunto capo della organizzazione, Verdesan Viorel, conosciuto come Badea o Berlusconi o Lungu, 35 anni, gia’ arrestato in altre operazioni. Le pratiche estorsive dell’organizzazione, pero’, andavano avanti con richieste di 50 euro a sera alla ragazze che intendevano prostituirsi nella zona e che non facevano parte del giro. Le altre, che erano gia’ controllate, erano seguite passo dopo passo, accompagnate a lavoro, rifornite di profilattici, istruite sull’abbigliamento e il loro incasso andava completamente alla organizzazione.
Tra gli arrestati c’e’ anche una donna, Elena Madalina Lungu, 24 anni, che non solo si prostituiva ma faceva anche da “caporale” nei confronti delle altre, tutte sistemate a Francavilla al mare. L’unico italiano, Giancarlo Paolini, pescarese, di 59 anni, si occupava della parte logistica. Gli altri destinatari delle misure cautelari, oltre a Viorel e al fratello Ionel Craciun, 29 anni, entrambi irreperibili e ricercati anche dall’Interpol, sono Alin Radu, 32 anni, Marius Coman, 29 anni (che in passato ha tentato di investire un carabiniere), e Lucian Kovacs, 24 anni, tutti domiciliari a Francavilla.
Oltre a smantellare questo gruppo, la polizia di Pescara sta portando una “attivita’ preventiva” – ha sottolineato Muriana, affiancato dal dirigente della squadra volante, Alessandro Di Blasio. Nel corso delle indagini sono stati eseguiti diversi servizi di appostamento durante i quali sono stati realizzati anche filmati e foto, che hanno consentito di rilevare le targhe dei clienti delle prostitute, che hanno avvicinato o caricato le donne in auto in violazione della ordinanza sindacale vigente in citta’. Queste persone riceveranno a domicilio le contestazioni, con la contravvenzione da pagare, per quanto riguarda i clienti gia’ identificati. Per gli automobilisti non identificati si procedera’ a convocare i proprietari delle auto per risalire ai conducenti. “Le sanzioni alle prostitute sono poco efficaci, perche’ molte non pagano, quindi ci rivolgiamo ai clienti. Vogliamo combattere il fenomeno della prostituzione almeno su questo versante, incidendo sulla domanda. E’ il nostro ulteriore obiettivo, che si coniuga con l’azione preventiva, cioe’ i controlli in strada che non si sono mai interrotti”.