MILANO – “Voglio andare in Parlamento e riferire su scelte”. Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, a Milano per l’inaugurazione di ‘Made Expo’ dove è stato contestato da un gruppo di persone, non intende fare quel passo indietro che ieri sera sembrava imminente e che oggi invece sembra più lontano dopo il suo coinvolgimento nelle intercettazioni dell’inchiesta sulle Grandi Opere (che non lo vede indagato) avviata dalla Procura di Firenze. Le parole del ministro sono una doccia fredda per le aspettative di chi nel Pd sta premendo in queste ore – a partire dal premier Matteo Renzi – perché il ministro faccia un passo indietro.
“Io chiederei scusa, innanzitutto alla mia famiglia, ai miei amici e agli italiani se fosse riscontrato che io abbia fatto un qualsiasi gesto sbagliato e irresponsabile”, ha aggiunto il titolare delle Infrastrutture, che ha negato di aver fatto pressioni per far assumere il figlio. Poi ha aggiunto: “Non avendo fatto questi gesti, quando si dimostrerà l’opposto ne prenderò immediatamente atto e chiederò scusa a tutti”.
Lupi nega che il premier gli abbia chiesto un “gesto spontaneo” e sottolinea: “E’ giusto che io debba dare delle risposte politiche. Ho letto da molte parti – ha detto a margine del salone ‘Made Expo’ – osservazioni giustissime sulla politica del ministero e sulla responsabilità che in questi 18 mesi il mio ministero e la mia azione politica hanno avuto per le infrastrutture, dall’altra anche le domande più puntuali che sono emerse come questioni dalle intercettazioni”. Infine si lancia in una previsione su quello che potrebbe succedere in Parlamento sulla mozione di sfiducia: “La maggioranza e l’opposizione si spaccheranno o no se quello che uno dirà è convincente o meno”.