ROMA – Omessa motivazione delle ragioni che giustificano la custodia in carcere. Per questo la Suprema Corte ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Luigi Lusi, in relazione all’inchiesta sull’ammanco da oltre 25 milioni di euro dalle casse della Margherita, accogliendo il ricorso della difesa.
Il senatore per il momento resterà comunque in carcere avendo la Cassazione deciso l’annullamento con rinvio. La II sezione feriale della Corte ha infatti rinviato gli atti al Tribunale del Riesame per una nuova valutazione. Entro un mese le motivazioni dei giudici della sezione feriale del “Palazzaccio” saranno depositate. A quelle parole poi il tribunale del riesame dovrà attenersi per rivalutare il caso.
“Siamo molto emozionati per questa decisione in favore del nostro assistito. Abbiamo ottenuto una prima ragione”, hanno detto i difensori, gli avvocati Luca Petrucci e Renato Archiadiacono, annunciando che chiederanno la scarcerazione.
“Dopo che la Cassazione ha annullato l’ordinanza a carico del senatore, rilevando una mancanza di motivazioni rispetto alla custodia cautelare in carcere, solleciteremo presto il giudice delle indagini preliminari di rimettere in libertà Lusi”, ha detto il penalista Petrucci. “Auspichiamo – ha aggiunto – che, a fronte di quanto stabilito dalla Suprema Corte, l’ufficio del pubblico ministero dia parere favorevole alla nostra istanza. Mettere in cella un senatore, che aveva ammesso tutto e contribuito alla ricostruzione della vicenda che lo riguarda, è stato giudicato evidentemente una forzatura”.
L’ordinanza annullata dalla seconda sezione feriale della Cassazione non è quella emessa dal gip Simonetta D’Alessandro, che aveva disposto il carcere, ma quella del tribunale del Riesame, che ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata dai difensori.
Lusi è in carcere a Rebibbia dal 20 giugno scorso, quando l’aula del Senato diede l’autorizzazione al suo arresto. Lo scorso 9 luglio dal gip di Roma è stata scarcerata la moglie 2, Giovanna Petricone. Si trovava agli arresti domiciliari dal 3 maggio.