
ROMA – Chance di vittoria: praticamente nessuna per Milena Gabanelli, il candidato del Movimento 5 Stelle. Però è giovane, è donna, è irreprensibile, ha vinto le primarie ed è candidata alla Presidenza della Repubblica. Il suo nome è uscito dalle tormentate “quirinarie” che hanno celebrato ieri il loro secondo round. Anche questa volta nessuna percentuale di voto è stata divulgata, men che meno la cifra dell’affluenza alle urne telematiche.
Gongola comunque Beppe Grillo: «Una scelta straordinaria. Si tratta di una signora che è contro tutti i poteri forti, fa inchieste meravigliose. È un segnale». Questo l’esito del voto: Gabanelli, Gino Strada, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Ferdinando Imposimato, Emma Bonino, Giancarlo Caselli, Romano Prodi e, nono, Dario Fo.
Lei, a botta calda, tira fuori l’indubbia qualità della concretezza: «Sono assolutamente commossa e anche sopravvalutata. Le battaglie le faccio nel campo di mia competenza, ovvero nel territorio che conosco». Del resto, pare che il ruolo di candidato di bandiera che le è appena stato assegnato non dovrebbe superare la terza votazione. Poi il gioco si farà duro, ed i duri cominceranno a giocare, e per il Movimento Cinque Stelle il duro dovrebbe chiamarsi Stefano Rodotà, oggi piazzatosi secondo.
Di questo i parlamentari grillini discuteranno già oggi. Il tempo stringe. Dopodomani si inizia a votare ed è giunto il momento in cui ci si devonochiarire le idee. Anche per questo, pare, l’incontro dei capigruppo 5 Stelle con gli omologhi del Pd, previsto nel pomeriggio di oggi (sembra al Senato), potrebbe anche slittare a domani mattina.
Iniziano anche le pressioni di chi conta, per raggiungere una soluzione in tempi rapidi. «Questo stallo è incomprensibile e inaccettabile per la gente, per tutti», tuona il Cardinal Bagnasco, presidente della Cei, «il Paese ha bisogno assolutamente di un governo, di un buon governo, stabile». E quindi rapidità nello scegliere l’Inquilino del Quirinale, per favore. Gli fa eco, in un contesto ben diverso, Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato uscende scrive a Barak Obama per manifestare colidarieta’ dopo l’attacco alla maratona di New York. E sottolinea: «Per l’Italia, che vive una complessa transizione istituzionale, l’attacco terroristico di ieri è un potente monito sulle incertezze e le insicurezze di un mondo complesso e interdipendente».