Scrisse Shakespeare “siamo fatti della stessa sostanza dei sogni…”
E il sogno ha un nome solo: Viviana Bazzani, cioè Mafalda. Un sogno di fine estate, nato in una fresca serata di Pescara, uno spettacolo carico di ironiche magie e parole suggestive. Quel sogno è tornato a rinnovarsi, una sera d’inverno, nell’altra città simbolo d’Abruzzo: L’Aquila. Città ricca di antichità, da sempre avvezza al teatro, città dove la cultura è pane quotidiano, dal pubblico colto, dalla critica raffinata certo, ma allo stesso modo graffiante. L’Aquila ti manda in paradiso, ma sa distruggerti all’inferno e per sempre. Ma Viviana-Mafalda, no!
Gli aquilani hanno apprezzato, hanno mandato Mafalda alle stelle, lo stesso pubblico che ha mandato alle stalle un nome illustre della italica scena-Alessandro Preziosi, a suo tempo direttore del Tsa. Un pubblico, dunque, che sa quello che vede –non tutti i pubblici lo sono!- L’aquilano sa di teatro, è autorevole, e il suo giudizio fa scuola più di critici “militanti” e prezzolati!…Allora, parlando dell’Aquila, viene alla mente un paradigma linguistico geografico! Illustre rapace, vola oltre le cime più ardite, uccello più volte nelle bandiere e nelle iconografie di grandi imperi, è simbolo dell’impero dell’occidente del nostro tempo: United States Of America! Appunto!
Questo successo è stato recensito da una rivista specializzata d’oltreoceano. Magazine New york. Allora i sogni sono reali, non si deve vivere in grandi metropoli per uscire fuori dalle province, anche una piccola-grande città può avere una valenza internazionale , o no ? Mafalda-Viviana docet… e con lei insegnano Cecilia Prosperi, Massimiliano Elia,Delia Montebello, Lina Bartolozzi, Anna Gatto, Mariano Della Pelle, Claudio Collevecchio e tutti gli altri splendidi protagonisti. E il sogno continua.
ARXIS