PESCARA – Sono state depositate le motivazioni della condanna a un anno per il reato di falso di Massimo Maravalle, il tecnico informatico, affetto da disturbo psicotico atipico, che l’estate di due anni fa uccise nel sonno il figlio adottivo di cinque anni Maxim, di origine russa. La condanna emessa il 9 febbraio scorso dal gup del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, riguarda la vicenda delle pratiche di azione del bimbo.
Per quanto riguarda invece l’omicidio del piccolo Maxim, Maravalle e’ stato assolto perche’ non imputabile per incapacita’ di intendere e di volere all’epoca dei fatti. “Maravalle – scrive il gup nelle motivazioni – consapevolmente e volontariamente ha omesso di riferire, in sede di colloquio presso i servizi sociali, la sussistenza della propria malattia mentale al fine di garantirsi il buon esito della pratica di adozione internazionale del piccolo Maxim”.
Per quanto riguarda l’adozione, sono coinvolti anche la moglie del tecnico informatico, Patrizia Silvestri; il medico del Servizio di medicina legale e del lavoro della Asl di Pescara, Giuliana Iachini; e il medico di base, Fabio Panzieri, per i quali e’ ancora in corso un procedimento per l’accertamento della loro eventuale responsabilita’ per il reato di falso in concorso. Colantonio evidenzia che Maravalle “unitamente alla moglie, nel rendere una anamnesi complessiva inerente aspetti socio- familiari, pur riferendo di malattie di familiari e di circostanze inerenti il percorso di vita di ciascuno, nulla riferiva in merito ad eventuali problematiche psichiche ed in ordine alla incidenza delle relative cure mediche sulla vita della coppia”.
Relativamente agli atri due imputati, il giudice sottolinea che Iachini “nella fase prodromica all’adozione rilasciava una certificazione nella quale attestava che Maravalle era esente da imperfezioni organiche o da difetti fisici o psichici”.
Il gup evidenzia poi che la coppia, a differenza del carteggio trasmesso al Tribunale per i minorenni, tra la documentazione prodotta al Servizio di medicina legale, aveva allegato anche il certificato redatto da Panzieri il 17 agosto del 2009 nel quale era indicato che Maravalle “e’ in terapia per disturbo psicotico atipico” . Malgrado cio’, “Iachini sottoscriveva una certificazione nella quale”, aggiunge Colantonio, “attestava che Maravalle era esente da imperfezioni organiche e da difetti fisici e psichici”. Panzieri, invece, avrebbe redatto un certificato dove attestava “patologia non rilevata” in evidente contrasto rispetto alla certificazione sottoscritta nel 2009.
Per quanto riguarda l’omicidio di Maxin, il gup nella motivazione spiega di aver applicato a Maravalle la liberta’ vigilata per la durata di dieci anni con l’obbligo di recarsi due giorni alla settimana presso il Centro Salute Mentale di Pescara, in quanto reputa che il “requisito della pericolosita’ sociale, seppur non scomparso, si sia certamente attenuato e che quindi appare inopportuno il mantenimento della misura di sicurezza custodiale”.
Il gup, pero’, sottolinea che, una volta revocata tale misura, “la effettivita’ delle cure sia rimessa essenzialmente a Maravalle stesso, il quale potrebbe decidere di non seguire i consigli dei prorpri sanitari e dei propri familiari, porta a considerare latente una situazione potenziale di pericolosita” che potra’ essere esclusa solo attraverso una piu’ completa verifica della condotta di Maravalle da eseguirsi in regime di liberta’”. Per Colantonio, la misura della liberta’ vigilata e’ “quella che piu” di ogni altra possa salvaguardare le riscontrata esigenze di difesa sociale”.