ORTONA – L’autopsia di ieri aveva evidenziato tutta la brutalità del gesto di Marfisi che aveva ucciso la compagna della moglie con 50 coltellate. La moglie stessa, Letizia Primiterra, invece, è stata uccisa con venti, tutte concentrate nella zona toracica, la metà delle quali a livello cardiaco. Lo ha rivelato l’autopsia effettuata oggi a Chieti dal dottor Pietro Falco, responsabile della Medicina Legale dell’Asl di Chieti.
Le coltellate hanno provocato lacerazioni a livello cardiaco e polmonare, inoltre sulla donna sono state riscontrate lesioni da difesa ad una mano. Nel corso dell’autopsia, i cui risultati definitivi si conosceranno almeno fra 60 giorni, sono stati effettuati prelievi di liquidi e materiale biologico per l’esame del Dna.
Intanto l’omicida resta in carcere in un gesto accecato da quello che lui stesso reputava il disonore di una separazione non voluta e di un’amicizia considerata troppo stretta tra le due donne.
“Non delegittimiamo le reti antiviolenza”: è l’appello di Gemma Andreini, presidente della commissione pari opportunità della Regione Abruzzo, preoccupata della possibile diffusione del pregiudizio sull’inefficacia delle strutture preposte ad aiutare le donne, vittime di violenza di genere. Letizia Primiterra aveva infatti chiesto aiuto, rivolgendosi alle forze dell’ordine e a un centro antiviolenza, ma Francesco Marfisi ha agito prima che giungessero i soccorsi.