PESCARA – Sono tornati di nuovo in strada marineria e pescatori, che da tempo protestano a Pescara per sollecitare il dragaggio del porto e il ritorno in mare dopo mesi di fermo. Questa mattina hanno manifestato con striscioni e fischietti in via Conte di Ruvo, sotto la sede dell’assessorato all’Agricoltura, e hanno bloccato il traffico. Con loro anche gli addetti del cementificio di Pescara, che sono in cassa integrazione (per un anno a zero ore) ed hanno espresso solidarietà ai lavoratori del mondo della pesca.
“Due realta’ storiche di Pescara stanno finendo e nessuno se ne preoccupa” hanno detto. Armatori e pescatori hanno dato una lettera all’assessore Mauro Febbo per chiedere che il prossimo fermo, chiesto dalla Regione per i mesi di gennaio e febbraio, si faccia solo a Pescara e non in tutto l’Abruzzo. Intanto questa mattina tre imbarcazioni sono rimaste bloccate in porto, segno che i fondali sono ulteriormente insabbiati.
Intanto sempre in mattinata l’assessore regionale Mauro Febbo ha annunciato che il fermo pesca, al porto di Pescara, proseguirà fino al 28 febbraio. Lo ha fatto durante l’incontro con i rappresentanti di armatori e pescatori sotto la sede dell’assessorato, in via Conte di Ruvo. Il fermo sara’ a carico della Regione, che si impegna a stanziare 650 mila euro per mantenere lo stesso indennizzo erogato fino ad oggi (il fermo precedente scade proprio oggi) anche se gli operatori del porto chiedono maggiori risorse per il mese di dicembre. Le somme per questo periodo non rientrano nel de minimis – ha spiegato Febbo. Dopodomani l’assessore sara’ a Bruxelles per chiedere che l’Europa si accolli gli oneri relativi al fermo fino a meta’ febbraio. Febbo ha assicurato che lavorera’ anche per ottenere dall’Europa il via libero al fermo dal primo gennaio a 15 febbraio solo per il porto di Pescara (che consentirebbe di evitare il fermo estivo).