PESCARA – Le cinque sconfitte consecutive sembrano non aver intaccato l’ambiente biancazzurro. La società si è stretta intorno al tecnico e lo spogliatoio sembra essersi ricompattato. Certo che la trasferta di Bari resta comunque l’ultimo baluardo per Marino, che, fortunatamente, potrà contare sul rientro di alcune pedine fondamentali per il suo scacchiere.
Schiavi e Zauri permetteranno al mister di tornare al ben più collaudato 3-4-3. Anche Rossi al rientro, partirà ovviamente titolare. Il probabile undici vedrà come sempre Belardi tra i pali, Schiavi, Zauri e Bocchetti nel reparto difensivo. I soliti Rossi e Balzano sulle corsie esterne di centrocampo, con Brugman e Bovo centrali. In attacco confermati Maniero, Ragusa e Politano, con Sforzini e Caprari che partiranno ancora dalla panchina. Indisponibili il solito Capuano oltre a Salviato e Samassa.
I padroni di casa, invece, saranno senza Polenta causa squalifica e Nadarevic per infortunio. Certo l’impiego al centro della difesa del giovane Marco Chiosa, classe ’93, che giocherà in coppia con Ceppitelli. Poi Sabelli e Calderoni. Niente da fare per l’ex Damiano Zanon. Dopo la squalifica rientra Defendi, da decidere se a metà campo o nel tridente d’attacco dove l’altro ex l’albanese Edgar Cani, cresciuto nel vivaio biancazzurro, è in ballottaggio con il portoghese Joao Silva.
In conferenza stampa Marino è stato chiaro, anche perché sa che rischia il posto: “Dobbiamo tornare a vincere al più presto. Era diventata la normalità fino a dicembre, pensavamo forse di essere diventati fortissimi, e invece il campo ha detto che lo siamo solo quando spingiamo al massimo. Tornare a vincere con continuità, tornare dunque alla nostra buona abitudine, è l’unico modo per riacquisire tranquillità”.
“Se il gruppo è compatto, si viene fuori dai problemi in modo molto più facile e veloce – spiega Marino – ho chiesto io alla società di annullare il ritiro, è giusto che la squadra viva la normalità, viva la città, nel bene e nel male. Prima ci facevano i complimenti, ora magari non succede”. Però sull’ipotesi “esonero” il mister fa le orecchie da mercante: “Cosa dovrei rispondervi? Il problema del Pescara è il Pescara stesso”.