CELANO – Implementare nel piu’ breve tempo possibile il progetto definitivo delle infrastrutture irrigue e realizzare una piattaforma strategica che incentivi l’aggregazione dell’offerta nonche’ la trasformazione, distribuzione e commercializzazione dei prodotti orticoli del Fucino. Si riassume in due punti principali il documento che Coldiretti Abruzzo ha consegnato ieri sera al ministro Maurizio Martina in occasione della sua visita a Celano a sostegno del referendum per il Si’. Un documento programmatico con cui l’organizzazione agricola ha voluto ribadire l’importanza dell’agricoltura fucense e di una strategia di sviluppo complessiva, che riesca a tutelare il prodotto agricolo dell’orto d’Italia e delle imprese che in esso operano.
Presenti all’incontro, che ha visto partecipare anche l’assessore regionale alle politiche agricole Dino Pepe, anche il direttore regionale di Coldiretti Abruzzo Giulio Federici, il direttore provinciale di Coldiretti L’Aquila Massimiliano Volpone, oltre alle migliori aziende marsicane, situate in un bacino costituito da 13.500 ettari di superficie agricola utilizzata, all’interno del quale operano complessivamente circa 2000 aziende agricole che assumono annualmente circa 6.000 lavoratori e che, dal punto di vista economico, rappresenta il 25% (332 milioni di euro) del valore aggiunto dell’agricoltura abruzzese (1.330 milioni di euro).
“Due annose criticita’ limitano un pieno sviluppo di questa realta’ agricola regionale – e’ scritto sul documento – La qualita’ delle acque utilizzate per finalita’ irrigue e l’assenza di una piattaforma di trasformazione, distribuzione e commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli. In merito alla prima, per avere un ordine di grandezza, nel corso del 2015, caratterizzato da mesi estivi molto caldi e siccitosi, il Consorzio di Bonifica ha stimato un consumo di acqua superiore ai 20 milioni di metri cubi, insufficiente a coprire il fabbisogno irriguo e fortemente penalizzato dall’inefficienza di sistemi di depurazione delle acque reflue”.
Altro discorso sulla seconda criticita’. “Sempre piu’ spesso assistiamo alla commercializzazione di prodotti agroalimentari proveniente da Paesi esteri, che vengono immessi sul mercato come se la loro origine fosse italiana e nel caso specifico provenienti dalla Piana del Fucino creando una sorta di ‘confusione commerciale’ a scapito dei produttori agricoli che per la loro alta specializzazione produttiva sostengono costi di produzione assolutamente non competitivi rispetto ad altre realta’ agricole. Riteniamo pertanto importante – conclude il documento, con il quale Coldiretti ha chiesto l’intervento del ministro Martina – attuare interventi capaci di coniugare le naturali vocazionalita’ agricole con lo sviluppo socio-economico locale, a tutela degli agricoltori e dei prodotti agro-alimentari targati ‘Made in Italy'”.