CHIETI – Solo ieri il sindaco Di Primio si era pronunciato sull’annullamento delle trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero, Di Primio aveva detto di “rispettare la legge. Il ministro Alfano ha preso la decisione giusta. I sindaci non possono sostituirsi alle normative nazionali, con ordinanze che sarebbero illegittime o addirittura in contrasto con la Costituzione”.
Per tutta risposta oggi è arrivata la replica di Claudio Minetti, presidente Arcigay Chieti “Sylvia Rivera”: “Il sindaco, nel dichiararsi d’accordo ed appoggiando l’iniziativa del Ministro – scrive Minetti – si appella alla Carta Costituzionale affermando, di fatto, che la nostra Costituzione definirebbe una diseguaglianza di trattamento dei cittadini in base al loro orientamento sessuale; affermazione davvero triste, oltre che giuridicamente molto discutibile, alla luce delle piu’ recenti sentenze della Corte costituzionale: Suprema interprete della Carta fondamentale”.
“La Consulta ha, infatti, invocato doverose tutele nei confronti delle coppie formate da persone dello stesso sesso. A fronte di tanti episodi discriminatori cui ogni giorno bisogna assistere – prosegue l’Arcigay Chieti – occorre rimarcare lo slancio a tutela delle minoranze fortemente voluto dai Padri costituenti. Mai si dimentichi che il secondo articolo della nostra Costituzione pretende che vengano garantiti ‘i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita”.
Tra queste, evidentemente, vi e’ anche la coppia omosessuale: Consulta docet. Ebbene – conclude Minetti – Arcigay Chieti condanna fortemente l’atteggiamento sprezzante del Sindaco che liquida l’amore tra persone dello stesso sesso come una pratica burocratica da sbrigare al pari di un contratto di affitto o di noleggio”.