L’AQUILA – Alla fine sono state più di mille le vittime di una truffa, tra enti pubblici e privati. Per questo motivo sono scattate tre ordinanze di custodia cautelare, di cui una in carcere e due ai domiciliari, ed un provvedimento di divieto dell’esercizio dell’attività professionale, emessi dal gip su richiesta della Procura della Repubblica aquilana nei confronti di altrettanti soggetti responsabili dei reati di truffa aggravata (art. 640, commi 1 e 2 c.p.), associazione per delinquere ( art. 416 c.p.), abusiva attività finanziaria (art. 132 del D.Lgs 385/93), false comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.), formazione fittizia del capitale (art. 2632 c.p.), ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza (art. 2638 c.c.) e di dichiarazione infedele (art. 4 D.Lgs 74/2000).
Gli arrestati sono l’Amministratore Delegato, il Presidente del Collegio Sindacale e il Presidente del Consiglio d’Amministrazione della Confideuropa S.c.p.a., con sede legale all’Aquila ed unità operativa a Colleferro (RM). Il professionista raggiunto dal provvedimento di divieto dell’esercizio temporaneo dell’attività è A.A. (classe ’49) nella sua qualità di Sindaco supplente della Confideuropa S.c.p.a.
La vicenda che ha portato agli arresti di oggi ha avuto inizio con un’ispezione antiriciclaggio avviata dagli investigatori delle fiamme gialle nel mese di aprile del 2014, a seguito di due segnalazioni: l’una proveniente dalla Banca d’Italia, concernente il presunto esercizio abusivo dell’attività svolta dalla Confideuropa S.c.p.a. e l’altra dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, avente ad oggetto alcune operazioni bancarie sospette poste in essere dal suo Presidente del Consiglio d’Amministrazione.
Nel corso delle investigazioni, i finanzieri hanno acquisito, presso le sedi della società nonché presso il domicilio di alcuni indagati, tutta la documentazione afferente le fideiussioni emesse dalla società oltre che l’elenco dei consorziati. Veniva così accertato che le garanzie erano state prestate in favore di soggetti fisici e giuridici non consociati ed enti pubblici vari in palese violazione delle norme contenute nel Testo Unico Bancario.
La spregiudicatezza degli indagati è emersa in tutta la sua evidenza nel momento in cui è stata tentata l’escussione della garanzia: per evitare la scoperta del meccanismo criminale, i tre hanno tentato, con scuse di varia natura, di dilazionare nel tempo il pagamento nei confronti del garantito, continuando, medio tempore, a vendere nuove polizze e ad incassare nuovi premi. Dal 2011 al 2015 la Confideuropa aveva rilasciato polizze fideiussorie garantendo capitali per oltre 170 milioni di euro, incassando premi per quasi tre milioni.