ROMA – “Contiamo di avere 12 testimonianze di cui più della metà, credo 7, completamente nuove” per avanzare la richiesta di revisione del processo. Lo ha detto Silvio Berlusconi incontrando la stampa nella nuova sede di Forza Italia. Berlusconi è tornato a lamentarsi per le “violazioni di ogni principio legale” che ha fatto sì “che sia stato fissato per mercoledì il voto in aula” sulla sua decadenza.
Silvio Berlusconi torna ad attaccare e a ribadire che nei suoi confronti è stato “calpestato il diritto” ed è stata “violata la legge” nonchè “la Costituzione”. In conferenza stampa Berlusconi parla di “procedura accelerata” in Senato sulla sua decadenza da senatore senza “che si tenesse conto dell’obbligo di passare alla Corte Ue quando ci sono contrasti tra norme. Sono stati violati i principi giuridici della non retroattività ed è stato calpestato l’art. 25 della Costituzione”. Non solo, per Berlusconi “senza giustificazione alcuna è stato buttato per aria il regolamento del Senato che prevede lo scrutinio segreto nei voti che riguardano le persone e così mercoledì si vota in aula la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi.
“Io credo che questa testimonianza, come le altre 11, smentiscano alla base quello che ha deciso il collegio feriale della Cassazione per quanto riguarda la mia condanna”. Lo ha detto Silvio Berlusconi dopo aver letto una nuova testimonianza in merito al processo Mediaset. Silvio Berlusconi ha letto il testo di una lettera-appello inviata ai senatori del Pd e del m5S. “Noi siamo avversari politici – è l’incipit – ma non deve venire meno il rispetto reciproco”. “La vostra opposizione è chiara, determinata e trasparente e la vostra indignazione è fondata. Non sacrificate mai le vostre ragioni politiche e riflettete prima di prendere una decisione”. Così Silvio Berlusconi si è rivolto direttamente ai senatori M5S chiedendogli di non votare la sua decadenza.
“Lasciate che si esprima la magistratura in Italia e in Europa prima di assumere una decisione, in caso contrario vi assumerete una grave responsabilità” e sul parlamento “ricadrebbe una macchia incancellabile”. Così Berlusconi nella sua lettera aperta sulla decadenza.