ROMA – “Il prossimo vertice europeo arriva in un momento in cui l’Europa ha subito un duro shock con la Brexit e con un quadro di incertezze sul futuro”. Così, questa mattina, il premier Matteo Renzi ha inaugurato il lavori in aula alla Camera, in vista del Consiglio Europeo del 20 0ttobre.
Non nasconde la delusione per come stanno procedendo i lavori in Europa, e lamenta l’assenza di ambizioni che caratterizza questo periodo: «La risposta dell’Ue, come ha detto Jurgen Habermas, sembra caratterizzata da un ’frenetico immobilismo’ – ha continuato Renzi – Dopo i vertici di Berlino, Bruxelles e Ventotene dove avevamo immaginato per Bratislava un significativo programma di riforme, ambizioso per il futuro, abbiamo dovuto realizzare che il frenetico immobilismo portasse poco più che a niente. Un documento banale, somma di tanti riassunti, elenco di buone promesse assolutamente non all’altezza della grande sfida Ue».
L’Aula è scoppiata in un applauso quando il premier ha ribadito la linea dell’Italia sulla questione dei migranti: «La Ue si accinge a discutere il prossimo bilancio, nei prossimi mesi si tornerà a discutere la divisione del bilancio Ue. È fondamentale che l’Italia sia promotrice di una posizione durissima nei confronti dei paesi Ue che hanno ricevuto molti denari dalla comune appartenenza e in questa fase si stanno smarcando dai propri impegni sulla ricollocazione degli immigrati».
Renzi ha anche invitato a non drammatizzare i giudizi di Bruxelles: «Soltanto in Italia le considerazioni che vengono dall’Ue e dalla Commissione occupano pagine intere di giornali mentre altri Paesi sono molto più abituati ad accogliere i suggerimenti e poi fare come credono senza che si crei uno psicodramma internazionale». Nei giorni in cui si sta stringendo sulla manovra, il premier ha inoltre ricordato che «l’Italia ha oggi la rotta di discesa del deficit più significativa, rispetto ad altri Paesi citati come punto di riferimento». E non ha mancato di ricordare il caso spagnolo: «l’Italia ha un deficit del 2,4% altri il 5,1%. E ogni riferimento alla Spagna è puramente voluto».