
ROMA – Permangono incertezze sulla data delle elezioni anticipate. Le parole del ministro Cancellieri fanno propendere per il 24 febbraio, lasciando una settimana in più di tempo a chi è ancora alle prese con la definizione di liste e formule politiche. Mario Monti e lo schieramento centrista che sostiene un suo bis a Palazzo Chigi hanno deciso comunque di imprimere un’accelerazione alla formazione della loro nuova creatura politica. Che il Professore si impegnerà in prima persona nella prossima competizione elettorale sembra ormai un dato certo, così come il fatto che al suo fianco ci saranno innanzitutto Luca Cordero di Montezemolo, Pierferdinando Casini, il ministro Andrea Riccardi e il presidente delle Acli Andrea Olivero.
Nelle prime ore del mattino a Palazzo Chigi il premier ha ricevuto Montezemolo, Casini e Riccardi, cosa che avvalora l’ideadi una “lista Monti” con appunto Udc, Fli e transfughi del Pdl. Che il premier una decisione l’abbia ormai presa lo conferma anche Casini. “Secondo me Monti non è indeciso – sottolinea – in cuor suo la decisione l’ha già presa ma rispetta le regole, aspetta lo scioglimento delle camere”. Quanto alla scelta tra quattro liste separate e una lista unica, nel corso dell’incontro sarebbe stata riproposta con forza quest’ultima soluzione. L’annuncio ufficiale potrebbe arrivare tra sabato e domenica, quando, secondo quanto anticipato dal ministro Riccardi, il presidente del Consiglio terrà un discorso, dopo essere stato costretto a rinviare la consueta conferenza stampa di fine anno prevista inizialmente per venerdì.
Anche se l’ultima indicazione sembra essere quella di una lista unica, Italiafutura, la fondazione creata da Montezemolo, ha iniziato comunque a raccogliere le firme per l’eventuale presentazione di un proprio simbolo, a conferma che ormai il dado è tratto. Rompe gli indugi anche il presidente delle Acli Andrea Olivero, che ha rassegnato oggi le dimissioni. “Il mio percorso personale mi porta ad assumere il rischio di un impegno diretto in politica”, afferma in una nota. Un’evoluzione che lascia apparentemente tranquillo il Pd. “Siamo interessati in ogni caso ad avere un rapporto interlocutorio con Monti qualsiasi decisione prenda”, dice Bersani. “Sono due anni – ricorda il segretario – che dico che i progressisti devono vincere queste elezioni e che devono avere uno sguardo molto aperto verso tutte le forze europeiste e moderate che sono poste a contrastare le derive populiste”. Apertura solo in parte raccolta da Riccardi. Il centro andrà in sostegno della sinistra dopo il voto?, viene chiesto al ministro ospite di Vespa. “Ci dovrebbe essere Bersani a dirlo e bisogna vedere quale sarà il risultato delle elezioni. Ma noi non puntiamo a questo ma ad offrire un’alternativa politico-culturale”, risponde.
L’ormai pressoché certa partecipazione del Professore alla competizione elettorale sembra rendere quindi sempre più probabile la ricandidatura di Silvio Berlusconi. Anche oggi il Cavaliere è tornato in tv, questa volta su Canale5, per una nuova tappa della sua offensiva mediatica. I temi e le parole d’ordine non si sono discostati da quelli delle uscite precedenti. “Sono costretto dalla situazione che si è determinata”, ha ribadito parlando della sua candidatura. Ancora attacchi allo spread, definito ancora una volta un imbroglio, e all’Imu, la cui abolizione ha posto al primo punto del suo programma. “Secondo punto – ha proseguito – bisogna abbassare la pressione fiscale di almeno un punto all’anno; terzo, cambiare il rapporto tra il fisco e il contribuente, perché oggi ci sono situazioni da Stato di polizia tributaria che non si possono tollerare; poi stretta sulle intercettazioni; eliminare la tracciabilità dei contanti almeno fino a mille euro”.