MONTESILVANO – L‘incidente probatorio per fare luce sui momenti che hanno preceduto la morte di Donato Pangiarella, 74 anni, originario di Spoltore, è durato poco più di un’ora, questa mattina, al tribunale di Pescara. L’ex dirigente di una squadra di calcio è stato trovato senza vita il 6 settembre scorso nell’ascensore del palazzo in via Cerrano a Montesilvano. Per la vicenda e’ indagata una donna di 33 anni, nata in Nigeria, rinchiusa nel carcere di Teramo con l’accusa di omicidio preterintenzionale.
Questa mattina e’ stato ascoltato come testimone l’uomo di nazionalita’ nigeriana che condivideva la casa con la 33enne. Il testimone ha confermato al gip, Maria Michela Di Fine, le dichiarazioni fornite agli investigatori e cioe’ di aver aiutato la donna a mettere Pangiarella in ascensore. Secondo invece la versione fornita dall’indagata nell’interrogatorio del 9 settembre scorso, il 74enne avrebbe raggiunto l’ascensore da solo. Oltre al gip, all’incidente probatorio erano presenti anche la 33enne, il pm e il capitano Eugenio Stangarone, comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri di Pescara.
Stando al racconto della donna, lei e il pensionato si sarebbero incontrati in un supermercato di Montesilvano, in modo casuale, e lui si sarebbe offerto di aiutarla a portare l’acqua a casa. Una volta nell’appartamento, sempre stando alle versione della donna, il 74enne avrebbe tentato un approccio con l’indagata e lei, per difesa, l’avrebbe respinto spingendolo. L’uomo sarebbe caduto sbattendo la testa, ma si sarebbe rialzato e avrebbe raggiunto l’ascensore. Il difensore della donna, l’avvocato Simone Matraxia, presentera’ istanza di scarcerazione al Tribunale del riesame.